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Economia e lavoro | 30 gennaio 2025, 10:01

Anche le rinnovabili piangono, la Gurit chiude a Volpiano e va in Cina: licenziati 56 lavoratori su 64

I sindacati organizzano per domani un presidio davanti ai cancelli dell’azienda che opera nel settore energia

azienda vista dall'esterno

Chiude improvvisamente la Gurit di Volpiano: si trasferisce in Cina

Cinquantasei lavoratori su 64 saranno licenziati. Ѐ quanto comunicato dalla Gurit Italy di Volpiano, azienda attiva nel settore delle energie rinnovabili, a seguito della decisione di chiudere lo stabilimento torinese. Un fulmine a ciel sereno, che apre scenari nuovi (e preoccupanti) su una crisi che non colpisce soltanto le realtà legate a comparti tradizionali, ma anche quelli considerati innovativi e futuribili.

Calo delle commesse

L’azienda ha motivato tale decisione con un drastico calo delle commesse, che non consente di proseguire l’attività produttiva, anche a causa della crescente concorrenza cinese e del costo elevato dell’energia nel nostro Paese, fattori che hanno portato la società a delocalizzare in Cina le produzioni finora assegnate all’impianto di Volpiano.

Domani presidio davanti ai cancelli

Per queste ragioni Filctem Cgil e Uiltec Uil di Torino hanno indetto lo stato di agitazione e organizzato un presidio di protesta per domani, dalle ore 13 alle ore 15, davanti allo stabilimento di Volpiano in via Torino 105.

"Una notizia inaspettata, arrivata senza che la proprietà avesse dato delle avvisaglie sul piano in serbo per il sito di Volpiano - dicono Carlo Giunta e Luigi Palopoli della Filctem e della Uiltec di Torino -. Le RSU avevano da poco trovato l’accordo per attivare, per tutto il 2025, il ciclo continuo di turni, quindi non si tratta di una crisi, ma di una scelta ben precisa. Abbiamo inviato la richiesta di esame congiunto con l’azienda e l’Unione industriali per tutelare le lavoratrici e lavoratori".

Massimiliano Sciullo

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