Questa mattina in IV Commissione – Sanità e Assistenza, audizione dell’Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, sul tema del parto in anonimato, possibilità offerta a tutte le donne di non riconoscere, direttamente in ospedale dopo il parto, il proprio figlio, affidandolo al personale sanitario perché sia attivato il percorso per la dichiarazione di adottabilità.
“Per rendere ancora più strutturato e funzionale il servizio – propongono Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, e il Consigliere Sergio Bartoli - riteniamo sia necessario potenziare i sevizi di sostegno e assistenza, prima di tutto in ambito psicologico e sotto il profilo sociale, per le donne che fanno la scelta del parto in anonimato, offrendo alle persone che lo desiderano una presa in carico, sempre in anonimato, per il periodo successivo al parto, oltre a quella sanitaria. Condividiamo la necessità di una campagna informativa capillare che coinvolga anche le scuole, per prevenire l’abbandono e tutelare il diritto alla vita”.
Sul tema delle culle per la vita, Bartoli e Magliano non vedono contrapposizioni con il parto in anonimato: “Si tratta di due opportunità complementari che si rivolgono a donne che si trovano in situazioni differenti e sono entrambe mirate a garantire il benessere del neonato; per garantire tempestività e professionalità nella presa in carico, le culle della vita devono essere collocate in strutture sanitarie, come è previsto nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio regionale”.
Di tono diverso, invece, Sarah Disabato, Capogruppo regionale M5S Piemonte: "Le “culle per la vita” non tutelano le donne ed il neonato, non vanno promosse. L’abbiamo ribadito questa mattina, in Commissione Sanità, in occasione dell’audizione - richiesta dal Movimento 5 Stelle - dell’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie ANFAA e dei gestori delle funzioni socio assistenziali competenti in materia di gestanti. Un momento per fare il punto sul parto in anonimato, un tema sul quale è necessario un lavoro più strutturato da parte della Regione Piemonte. Ricordiamo di essere stati l'unica forza politica ad osteggiare e non votare l'ordine del giorno della Lista Cirio che incentivava la diffusione delle "culle per la vita", ciò perché siamo convinti della necessità da parte della Regione di stanziare maggiori risorse per favorire il parto in anonimato, capace di salvaguardare nascituro e partoriente".
"In particolare, come riferito anche dagli auditi, serve un impegno maggiore sulle campagne informative relative a questa possibilità, con una comunicazione capillare su consultori, ospedali e centri per i servizi socio-assistenziale, ma anche nelle scuole, dove sono già attivi percorsi legati alla sessualità, così da far conoscere ai più giovani il parto in anonimato.
Al contempo, è necessario intervenire per assistere le donne non solo prima e durante, ma anche dopo il parto, con sportelli psicologici che possano accompagnarle in questa fase difficile e complessa della loro vita.
Ci auguriamo, a seguito della discussione odierna, che molti colleghi abbiano cambiato idea sulla questione. Non è mai troppo tardi per correggere il tiro", conclude Disabato.