L'Uzbekistan come destinazione, come Paese partner per gli scambi commerciali, oltre a quelli ormai avviati da tempo sul fronte dell'Università. Una missione torinese è arrivata nei giorni scorsi a Tashkent, capitale del Paese ex sovietico, per avviare nuove collaborazioni in campo accademico ed economico. Si tratta di un'area ritenuta un importante hub di connessione tra Europa e Asia e in queste ore accoglie una delegazione che comprende il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, il rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina, il presidente dell’Unione Industriali, Marco Gay e il presidente del gruppo Iren, Luca Dal Fabbro. A fare gli onori di casa, l’ambasciatore italiano a Tashkent Piergabriele Papadia de Bottini.
Fase due, dopo l'accademia
Una fitta agenda di incontri e colloqui sta scandendo la permanenza a Oriente. "Due giorni di intensissimo lavoro - dice Lo Russo, in collegamento dalla sede del Politecnico in Uzbekistan - per sviluppare ulteriori assi di collaborazione tra i due Paesi. Stiamo passando alla Fase Due, che associa alla dimensione accademica quella imprenditoriale: sia per quanto riguarda le opportunità che questo Paese offre alle aziende Italiane, sia per quanto riguarda il tema delle materie prime".
Tutto è cominciato 15 anni fa dalla realizzazione del Campus del Poli, proprio a Tashkent. "L'auspicio è che nei prossimi mesi questa fase possa svilupparsi ulteriormente - aggiunge il sindaco -: c'è grande attenzione verso Torino e l'Italia e rafforzeremo ancora di più questa collaborazione. Torino può rappresentare in una parte di mondo così rilevante una dimensione di eccellenza e qualità nella cooperazione internazionale italiana".
Promuovere aziende e tecnologie
"Nei primi 15 anni di attività le nostre azioni sono state orientate all'attività formativa - dice il rettore Corgnati - e oggi ci sentiamo parte di questo territorio con tre corsi, ma vogliamo anche essere un'istituzione che sia di supporto al sistema Paese. Vogliamo promuovere le imprese italiane, insieme a quelle uzbeke. Ma anche facilitare il trasferimento tecnologico. Quella dell'Asia centrale è un'area strategica".
Opportunità e bisogni
Dal punto di vista delle aziende, "abbiamo scoperto una realtà bellissima che può rappresentare una testa di ponte importante per il nostro territorio e per il nostro Paese - dice Gallina, presidente della Camera di Commercio di Torino -. Oltre alla parte didattica, possiamo fare da cinghia di trasmissione per le imprese: ci sono grandi opportunità, in un Paese dove la popolazione è giovane e cresce velocemente. Il made in Italy, ma anche export, tecnologia e know how qui possono trovare interesse e accoglienza. C'è una sensibilità forte che abbiamo riscontrato". E il presidente degli industriali torinesi, Marco Gay, aggiunge: "Ci siamo presentati qui per fare sistema: con il Comune e il Politecnico possiamo rappresentare il punto di partenza qui in Uzbekistan per le nostre imprese che vorranno cercare di sfruttare queste opportunità che si aprono in questo territorio. Ci possono essere partner e territorio fertile, in un'area che ha voglia di crescere e che con noi può accelerare". "Sono molti i settori in cui siamo leader di filiera che possono trovare successo e faremo magari missioni con delegazioni specifiche e mirate ai singoli settori", conclude.
Iren punta sui materiali "critici"
"Un pezzo d'Italia è qui - dice Dal Fabbro (Iren) - e abbiamo trovato un Paese che offre molte opportunità, sia per le grandi che per le medie e piccole imprese: estrazione, tecnologie per l'ambiente e realtà simili trovano qui grandi interessi. Torino esprime eccellenze che sono particolarmente adeguate".
Due i progetti concreti, per Iren: "Firmeremo accordo di collaborazione - aggiunge Del Fabbro - nell'area dei materiali critici e qui crediamo di poter giocare la nostra partita. Possiamo progettare una nuova industria più sostenibile a livello ambientale e magari portare nel nostro Paese parte di questi materiali critici".
I piani futuri di Iren su Torino
E parlando di progetti Iren, il presidente Dal Fabbro sottolinea come: "Su Torino rafforzeremo la rete elettrica: negli ultimi 20 anni si è investito troppo poco e bisogna investire di più e questo rappresenta un'occasione per le imprese. Sull'idroelettrico, poi, vogliamo fare un grosso investimento. E abbiamo progetti concreti sull'ambiente in Piemonte. Senza dimenticare Egea, sul territorio di Alba: prevediamo grossi investimenti sia sulle reti di riscaldamento che sullo sviluppo dei servizi".
Dialogo anche in senso opposto
Quello aperto in queste ore, peraltro, potrebbe rappresentare un canale di dialogo da svilupparsi anche in senso opposto, dal cuore dell'Asia verso Torino e l'Italia. "Abbiamo una presenza importante di studenti uzbeki che sono presenti e studiano Torino - conclude Lo Russo -, ma al tempo stesso sono tanti coloro che oggi occupano posizioni di grande rilievo sia a livello istituzionale che economico, tornati in Patria: non sono pochi gli ex allievi del Poli che hanno ruoli di responsabilità, qui. Vogliamo lavorare su una piattaforma che possa vedere una presenza uzbeka in Italia e Torino si può presentare al meglio a livello internazionale: attendiamo frutti concreti nei prossimi mesi e pensiamo che questo tipo di formula si possa replicare anche in altri Paesi".