Sanità - 23 gennaio 2025, 11:41

Nata durante l'emergenza Covid, l'Assistenza Domiciliare Ostetrica in Continuità aiuto fondamentale per le neo mamme

La novità era stata introdotta dall'Asl To5 nel 2020 all'ospedale Santa Croce di Moncalieri

Nata durante l'emergenza Covid, l'ADOC aiuto fondamentale per le neo mamme

Non ha dubbi Sara, mamma di Geo, nato nel 2022, e di Aria, nata a giugno del 2024: «Tutte le mamme, dovrebbero avere un’assistenza così». Sara parla dell’ADOC, l’Assistenza Domiciliare Ostetrica in Continuità nata nella prima fase pandemica del 2020 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero Santa Croce di Moncalieri, oggi diretto in qualità di facente funzione da Andrea Scoletta

Aiuto fondamentale per le neo mamme

Il progetto, nato in una fase emergenziale, è stato successivamente integrato nell’offerta assistenziale dei servizi dell’Asl TO5 affiancando, oltre agli obiettivi correlati al Covid19, quelli del modello atteso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per favorire l’adattamento post natale del nuovo nucleo familiare, con un’integrazione tra servizi sociali, servizi sanitari territoriali e ospedalieri. 

Il progetto ha posto il suo focus sulla casa, che è il setting privilegiato dove l’assistenza va oltre i semplici controlli sanitari, e si protende ad un’osservazione a 360 gradi per cogliere quelle informazioni che in un contesto ospedaliero non sempre è possibile individuare, come ci racconta mamma Sara: «In entrambe le occasioni, pochi giorni dopo le dimissioni dall’ospedale, le ostetriche sono venute a trovarci a casa, hanno fatto un’accurata visita dei miei figli, hanno valutato come procedeva l’allattamento e mi hanno supportata e rassicurata quando ne avevo bisogno. Mi hanno permesso di vivere un momento delicato in assoluta serenità. Sono state presenti e puntuali sia negli incontri, sia nelle richieste che facevo via mail e via telefono fino a quando, insieme, non abbiamo valutato che sia io sia i miei bambini fossimo pronti a continuare da soli».

Modello che funziona

Nello specifico, il modello ADOC consente di erogare negli incontri a domicilio gli interventi assistenziali prescritti in fase di dimissione, in base ai bisogni intercettati e alla cultura caratteristici del nucleo famigliare, e gli interventi educativi e di supporto. Le ostetriche si pongono in ascolto della famiglia, sostenendo le competenze nell’accudimento del neonato e fornendo un’assistenza personalizzata intercettando precocemente le condizioni di allerta clinica e psico-sociale e facilitando il collegamento tra la rete ospedaliera e territoriale: questi ultimi elementi rappresentano due dei principali valori riconosciuti al progetto. 

La partecipazione di tutti i professionisti coinvolti nel percorso nascita è stata fondamentale nella fase di progettazione, così come in quella di erogazione. Le sfide affrontate dall’equipe sono state molteplici, a partire dalla condivisione degli obiettivi, in tempi contratti, tra professionalità differenti in discipline diverse (infermieri, medici, e ostetriche delle discipline di ostetricia e neonatologia). In tempi di ristrette risorse è stata necessaria un’importante, complessa e rapida riorganizzazione dei turni che consentisse di rispondere alle esigenze di copertura del progetto, sia per le visite a domicilio sia per le consulenze telefoniche necessarie.

La soddisfazione dell'Asl TO5

Gerardina Tartaglia, dirigente della SC Direzione delle Professioni Sanitarie e referente dell’Area Ospedaliera e del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze spiega quale sia la mission del progetto: «La Direzione delle Professioni Sanitarie dell’Asl TO5 è impegnata nel perseguire modelli organizzativo - assistenziali orientati all’umanizzazione e centralità delle cure attraverso lo sviluppo e l'implementazione di percorsi di integrazione ospedale / territorio. Il progetto ADOC, sviluppatosi in epoca pandemica e proseguito in forma strutturale successivamente, ha consentito di offrire alla diade madre / neonato, e al sistema famiglia nel suo insieme, un modello assistenziale che promuove e tutela il bonding della diade stessa nell'ambito intimo della propria abitazione, garantendo sicurezza e continuità delle cure attraverso le visite domiciliari del team ostetrico, riducendo così anche gli accessi impropri ospedalieri».

La cura domiciliare incontra anche il favore delle ostetriche, come racconta Ada Vocale, ostetrica del team ADOC: «L’approccio domiciliare offre la possibilità di avere uno sguardo più ampio sulla nuova famiglia. A domicilio, infatti, a differenza di quanto sia possibile fare durante la degenza ospedaliera, possiamo dedicare un tempo esclusivo, continuativo e piuttosto lungo, favorendo l’espressione dei bisogni e la rilevazione precoce di eventuali fattori di rischio. La relazione di cura con le famiglie è più intensa perché, accogliendoci a casa loro, si mostrano nella routine quotidiana con le loro emozioni, le fragilità, le paure e i dubbi permettendoci di offrire un supporto personalizzato. L’alternanza ospedale / territorio è motivante anche per le professioniste, perché comporta mettersi in gioco, uscire dalla propria area di comfort e approfondire le conoscenze per l’acquisizione di nuove competenze con un conseguente ampliamento del proprio bagaglio professionale. Questo richiede un impegno notevole e un continuo aggiornamento, ma i riscontri positivi e le relazioni instaurate con molte famiglie lo ripagano ampiamente».

In ADOC, ad oggi, sono state assistite a domicilio 2.192 donne garantendo almeno due visite a nucleo famigliare. Il 98% delle famiglie, che ha compilato un questionario di gradimento sul servizio offerto in un periodo campione di 18 mesi, ha espresso piena soddisfazione per l’assistenza, ritenuta utile per affrontare con maggiore sicurezza e competenza i bisogni di cura. 

I commenti

Bruno Osella, Direttore Generale dell’Asl TO5, commenta: «Le nostre ostetriche hanno saputo portare umanità e vicinanza alle neo-mamme proprio quando questi due termini sembrava fossero destinati a scomparire. Dall’emergenza è nato un nuovo approccio all’assistenza nell’ambito materno-infantile che riesce a coniugare una prestazione di elevata qualità in un setting domiciliare. Un progetto che merita di essere sostenuto e ampliato».

Il Dipartimento Materno Infantile dell’Asl TO5 è oggi impegnato ad ampliare la formazione teorica e sul campo con un affiancamento a domicilio delle ostetriche territoriali e del Punto Nascita di Chieri, prospettando e progettando l’attivazione di un unico team che garantisca l’assistenza a domicilio a tutte le donne che partoriranno nei Punti Nascita aziendali. Inoltre, ha attivato un gruppo di lavoro che, in collaborazione con il Rischio Clinico aziendale, ha avviato la mappatura a priori dei rischi per l’offerta di una dimissione precoce, oltre che protetta.

«Il servizio - commenta l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi - dimostra, ancora una volta, come la multidisciplinarietà e la condivisione di obiettivi portino ad avere servizi ancora più attenti e a misura di paziente. Nel caso specifico, con il team ADOC dell’Asl TO5 si è riusciti a trasformare un’opportunità attivata durante la pandemia in un nuovo e apprezzato servizio territoriale che mette al centro non solo la mamma, ma l’intero contesto familiare: un progetto sicuramente da prendere da esempio».

m.d.m.