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Attualità | 22 gennaio 2025, 16:54

Servizio idrico e futuro di Acea: cosa pensano i sindacati

Cgil, Cisl e Uil avevano lanciato un appello per ragionare sullo sviluppo dell’azienda pubblica del Pinerolese, ma non è ancora stato colto

Servizio idrico e futuro di Acea: cosa pensano i sindacati

Mentre si sta decidendo il futuro del servizio idrico nel Pinerolese, i sindacati Cgil, Cisl e Uil avevano lanciato un appello per ragionare sul futuro di Acea e sul suo sviluppo. Appello che, a oggi, non è stato ancora ufficialmente colto. ‘Piazza Pinerolese’ li ha intervistati per capire come vedono la situazione presente e cosa si aspettano nei prossimi mesi.

Quali sono le prospettive occupazionali nell’immediato e nel medio e lungo termine?

Per prima cosa va fatta chiarezza su un punto fondamentale, la questione acqua è politica e ha e avrà ripercussioni sul Pinerolese, indipendentemente da quale sarà la conclusione.

Sindacalmente siamo di fronte a due strade, la prima è portata avanti dalle nostre categorie, che firmano il contratto e seguono direttamente i lavoratori, e l’altro è l’aspetto sul e del futuro dell’azienda pubblica e delle scelte che andranno intraprese.

Le Categorie si sono mosse sottoscrivendo l’accordo di passaggio delle lavoratrici e lavoratori impegnati nel servizio idrico e garantendo loro e alle figure a scavalco garanzia occupazionale, normativa ed economica, accordo che sarà valido quando e se verrà perfezionato il passaggio del ramo d’azienda.

Come Confederazioni invece ci preoccupiamo di avere rassicurazioni sulla continuità e sulle scelte che la proprietà e la dirigenza intendono adottare per il futuro di Acea, in particolare Api, dal punto di vista dei servizi, degli investimenti e occupazionale.

Sulla questione acqua forse sarebbe stato utile trovare prima una strategia condivisa...

Ovviamente quello che chiediamo è che in questo periodo, dove si dovranno chiarire i possibili scenari, non si strumentalizzino i lavoratori e non si pensi possano essere utilizzati come elemento di pressione... Va garantito loro il mantenimento di un clima sereno di lavoro e le loro spettanze, così come non può essere messa in discussione la qualità del servizio ai cittadini.

Voi avete lanciato un appello sul futuro di Acea. Qualcuno ha risposto? Cosa vi aspettate dalla politica?

Ad oggi, se non in modo informale da alcuni amministratori, non abbiamo ancora avuto un riscontro, ma visto che la discussione e gli scenari sulla vicenda acqua non sono ancora definiti lo riteniamo anche abbastanza comprensibile.

Sicuramente non lasceremo cadere nel vuoto la richiesta perché da qui si apriranno diversi scenari che incideranno sull’azienda, sui servizi erogati e sul personale non oggetto dell’intesa sindacale, ma anche sul Pinerolese.

Vista la vicenda acqua, in cui, dopo circa un anno, non c’è un accordo di territorio, temete che questo copione possa ripetersi anche nella discussione sul futuro dell’azienda?

Ci aspettiamo che si possa avviare un vero confronto con il coinvolgimento di tutti gli attori, con le prese di responsabilità da parte di tutti e con l’idea di programmazione, cosa che, vista la poca trasparenza e la mancanza di dibattito pubblico, ad oggi sembra essere mancata.

Acea è l’azienda pubblica del territorio che offre servizi alla cittadinanza oltre ad impiegare, ad oggi, circa 400 dipendenti, pertanto è un patrimonio del e per il Pinerolese, un’azienda su cui puntare per creare sviluppo.

E i cittadini hanno il diritto di conoscere le sue evoluzioni.

Purtroppo riscontriamo che la debolezza del Pinerolese è la crescente difficoltà della politica di fare massa critica, forse bisognerebbe guardare con attenzione a quelle che sono le dinamiche cuneesi, dove non mancano le discussioni e i conflitti ma poi si trovano le convergenze nell’interesse del territorio.

Come vedete la creazione di una nuova società con partner di maggioranza per il polo ecologico?

Sarà un percorso obbligato che, se gestito, non rischia di rappresentare forti criticità. Ovviamente va mantenuta la capacità del territorio di incidere sulle scelte gestionali e di sviluppo... quello che va evitato è lo spezzatino dell’azienda senza garanzie. La resilienza dei territori passa anche dalla capacità di non perdere ma attrarre investimenti.

Avete proposte o suggestioni da lanciare?

Pensiamo che per prima cosa bisognerebbe recuperare politicamente una compattezza territoriale, un territorio diviso, come più volte dimostrato, difficilmente riesce a dialogare con la politica torinese e/o regionale e rischia di uscire perdente.

In questi anni, a partire da Ripartiamo Insieme, di proposte ne abbiamo fatte molte ma mai ascoltate, anche se su alcuni temi, a partire dal welfare, abbiamo avviato un percorso con le Unioni.

Avevamo proposto di costituire un Ufficio di progettazione e programmazione territoriale capace, sotto il controllo pubblico, di far dialogare Pubblico e Privato.

Abbiamo più volte proposto di riempire di contenuti Asst, l’ente strumentale dei Comuni. Permetterebbe di ampliare l’azione e la creazione di servizi attraverso l’Azienda Pubblica, come ad esempio la riscossione dei tributi, la pulizia degli spazi di pertinenza comunale, la gestione del verde pubblico, la manutenzione del territorio, ecc., insomma di tutte quelle funzioni strumentali dei Comuni. Questo oltre a sviluppare servizi e occupazione permetterebbe, anche, di superare la logica degli appalti, molte volte non sinonimo di qualità e di garanzia occupazionale, ovviamente dentro un contesto che ne garantisca sostenibilità e sviluppo.

Marco Bertello

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