Eventi - 18 gennaio 2025, 11:15

La magia del canto a cappella ai Torino 2025 Fisu Games: i Real Tune e il loro Gaudeamus

La storia del gruppo corale, nato dall'idea di Davide Motta Frè: dalla parrocchia a oltre mille concerti in trent'anni

La storia del gruppo corale, nato dall'idea di Davide Motta Frè

Lunedì sera l'Inalpi Arena è stata il cuore pulsante dei Torino 2025 FISU World University Games, un evento che ha unito sport, spettacolo e musica in un’unica serata memorabile. Tra i momenti più emozionanti, spicca la reinterpretazione dell'inno ufficiale delle Universiadi, il celebre Gaudeamus Igitur, eseguita dal gruppo vocale torinese Real Tune.

Questa performance innovativa, cantata interamente a cappella, ha saputo stupire il pubblico grazie alla creatività musicale del gruppo e al tocco unico del beatbox, eseguito da uno dei componenti. Il Gaudeamus, tradizionalmente cantato in stile classico, è stato trasformato in un brano sorprendentemente moderno, capace di combinare armonie vocali e di sposarsi perfettamente con lo spirito universitario e giovanile dell'evento.

La storia

Il musicista e fondatore del gruppo, Davide Motta Frè, ha raccontato la storia dei Real Tune, un progetto nato dalla passione condivisa per la musica vocale. "Tre di noi vengono dal quartiere Barca-Bertolla, dove siamo cresciuti insieme. La nostra amicizia risale a quando eravamo bambini. Io ho frequentato il Conservatorio, ma non ho mai smesso di cantare nei gruppi corali. Dal '92 ad oggi, contando trent'anni di attività, avremo fatto almeno mille concerti con i gruppi a cappella", spiega Davide

Un'unione di voci che sanno dunque creare uno stile armonioso, ma soprattutto unico nel panorama musicale torinese. "Qui in città siamo l’unico gruppo a fare musica esclusivamente a cappella. Non abbiamo basi musicali: tutto nasce dalle nostre voci, dal nulla. Persino la cantante principale, riguardo all'esibizione di lunedì sera, inizia con l’orecchio assoluto, senza alcuna nota di riferimento", continua Motta Frè.

Brano rivisitato

L'idea per il gruppo di rivisitare l'inno delle Universiadi è arrivata grazie a Vito Gioia, tra gli organizzatori dell'evento, che ha proposto agli artisti di rivisitare il canto. "Abbiamo colto la sfida con entusiasmo, trasformando un brano classico in qualcosa di completamente nuovo, grazie alle nostre armonie e al tessuto sonoro creato dal coro," racconta Motta Frè. 

Infine il nome del gruppo, Real Tune, che non sembra essere affatto casuale. "Oggi tutti cantano con l’autotune, ma noi vogliamo mostrare il vero suono delle voci," sottolinea infine Motta Frè. E il pubblico sembra aver apprezzato: l’energia e la passione dei Real Tune hanno trasformato un inno tradizionale in un’esperienza musicale unica, dimostrando che la magia della musica può nascere anche senza strumenti, ma con il potere delle voci umane.