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Attualità | 16 gennaio 2025, 11:31

Al rettorato dell'Università la mostra "I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico"

Un’affascinante esplorazione del rapporto tra l’uomo e la morte, dalle prime sepolture dell’Uomo di Neanderthal fino all’alba dell’agricoltura

Immagine di repertorio del Rettorato dell'Università

Immagine di repertorio del Rettorato dell'Università

Oggi, giovedì 16 gennaio, presso la sala Principe d’Acaia del Palazzo del Rettorato (via Verdi 8, Torino) apre la mostra I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico, un’affascinante esplorazione del rapporto tra l’uomo e la morte, dalle prime sepolture dell’Uomo di Neanderthal fino all’alba dell’agricoltura.

La mostra, presentata dall’Università di Torino, con il Sistema Museale di Ateneo e Unita in collaborazione con UniVerso e curata da Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba, accompagna il visitatore in un percorso che attraversa millenni analizzando i riti funerari, le evoluzioni sociali e le prime manifestazioni artistiche legate al culto dei morti attraverso una serie di calchi di sepolture preistoriche. 

Le pratiche funerarie ci offrono infatti l’opportunità per indagare gli elementi più profondi del pensiero umano dato che i riti della morte non corrispondono a necessità materiali ma a preoccupazioni di natura differente, che riguardano il destino di un individuo - o del suo cadavere - dopo la morte. Proprio per questo, essi rappresentano una tappa importante della storia sociale dell’umanità e forniscono elementi per conoscere la storia del defunto e del suo gruppo di appartenenza. 


Grazie alle sepolture paleolitiche - che hanno protetto i resti umani dalla distruzione da parte di agenti esterni – sono arrivati fino a noi scheletri completi o quasi di cui i calchi restituiscono lo stato nel momento stesso della scoperta. Un calco realizzato durante lo scavo non è infatti una semplice copia ma riproduce un contesto di rinvenimento che non esiste più e che, anche per questo, diventa testimonianza di straordinaria importanza. 


La collezione torinese di calchi di sepolture preistoriche - in parte realizzati a Torino e in parte ottenuti da altri laboratori - è la più importante a livello internazionale. Questa esposizione è anche il primo passo verso la realizzazione di un Museo dell’Evoluzione umana che avrà sede nel Palazzo degli Istituti Anatomici.


Tra i calchi esposti:

  • La sepoltura della Dama del Caviglione, rinvenuta ai Balzi Rossi, famosa per i suoi ornamenti funerari in ocra e conchiglie.

  • La sepoltura del Giovane Principe, scoperta nella Caverna delle Arene Candide, che con il suo ricco corredo rappresenta uno dei più straordinari esempi di sepolture paleolitiche europee.

  • La sepoltura doppia del Riparo del Romito, un toccante esempio di cura e inclusione, con un individuo affetto da nanismo protetto dalla comunità.

Il Sistema Museale di Ateneo, in collaborazione con il Liceo Classico Vittorio Alfieri, l'Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali e il Museo Regionale di Scienze Naturali, organizza inoltre nella giornata del 29 gennaio, il convegno Evoluzione in corso con la partecipazione di Telmo Pievani, Giorgio Manzi e Beatrice Demarchi e il coordinamento di Silvia Rosa Brusin. Dopo una prima sessione dalle 9.30 alle 12.30 dedicata agli studenti del liceo, l’incontro proseguirà, dalle 14.30 alle 17.30, nell’Aula Magna di Anatomia dell’Università di Torino (corso Massimo D'Azeglio 52, Torino). L'iniziativa sarà trasmessa anche in streaming sul canale Youtube del Liceo Alfieri.

comunicato stampa

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