Per rendere l’immobile di Corso Regina Margherita “bene comune” serve, più che un progetto, un percorso e molta pazienza. “Un po’ come fu con la legge Basaglia del ’78 che svuotò i manicomi”. Lo sostiene Ugo Zamburru, psichiatra per 36 anni, ora in pensione, che proprio a Basaglia dedicò un Caffè, la realtà sociale di via Mantova di cui fu fondatore.
“In quel luogo noi, dichiaratamente No Tav, invitammo in un dibattito Stefano Lo Russo, ancora non sindaco, come voce a favore dell’opera in val di Susa. Lo stesso può avvenire all’interno dei muri di Aska: chiunque può venire in un rapporto dialogico, non per fare casino”.
Il riferimento è ai sopralluoghi richiesti dai consiglieri comunali di opposizione e non ancora effettuati. “È un aspetto su cui dovete mettervi d’accordo voi, noi non abbiamo niente in contrario a farvi entrare”. Un sopralluogo che la vicesindaca Michela Favaro garantisce che ci sarà non appena ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie, nella speranza che non diventi un pretesto per fare propaganda politica siccome, sostiene, il percorso del recupero del bene è un unicum in Italia.
Zamburru ieri, martedì 14 gennaio, era il solo proponente del progetto Askatasuna Bene Comune al tavolo di Palazzo Civico. Gli altri sono il fondatore dei Subsonica Max Casacci, Elisa Turro, Rosa Lupano e Loredana Sancin, tutti assenti.
Erano invece presenti i sostenitori Livio Pepino, magistrato e in passato componente del Consiglio Superiore di Magistratura e la docente di diritto Costituzionale all’Università di Torino Alessandra Algostino.
"Una scelta innovativa, coraggiosa, che è nel segno della Costituzione”, ha definito così la strada intrapresa la docente. “Viviamo una democrazia conflittuale, qui può nascere un luogo di riconoscimento del diritto di critica”.
"Imperversa il disagio, la devianza e la difficoltà nell’instaurare relazioni sociali - ha commentato il magistrato Pepino - sosteniamo questa operazione di trasformazione per riempire un vuoto sociale che un tempo riempivano le parrocchie e le case del popolo.”
E qualche progetto nel giardino al piano terra è stato portato avanti con attività per i bambini della vicina scuola e serate danzanti per i più anziani. “Torino è la città con il più alto numeri di Tso. Dove i reparti hanno le ‘porte aperte’ i casi scemano. La mancanza di spazi si riflette sulla salute mentale degli adolescenti. Per me, visto quello che ho fatto professionalmente, è l’aspetto più rilevante. Vorrei far nascere qui uno sportello per i disturbi alimentari”, ha ancora aggiunto Zamburru.
C’è poi l’aspetto progettuale. I proponenti stimano 100 mila euro, raccolti tramite crowdfunding, per sistemare il piano terra dell’immobile per cui c'è già un progetto redatto da un’architetta.
I dubbi dei consiglieri
Diversi i dubbi dei consiglieri presenti. Da Enzo Liardo (FdI): “In un anno non ci è stato permesso di entrare”, passando per Ferrante De Benedictis (FdI): “Avete incontrato gli esponenti del centro sociale? Sono contenti di questo anno di coprogettazione?”, alla deputata e consigliera Elena Maccanti (Lega): “Avete riscontato presenza di occupanti?”, a Andrea Russi (M5S): “bastano 100 mila euro?”, a Silvio Viale (Radicali): “Audizione che arriva tardi, quasi a scadenza del contratto di co-progettazione. Dove sono gli altri garanti?”, a Pierlucio Firrao (Torino Bellissima): “Chiediamo lumi su tenuta statica dell’edificio”, a Simone Fissolo (Moderati): “Quali sono le progettualità?”. E se dal centro-sinistra si plaude per il “percorso coraggioso portato avanti”, Sara Diena (AVS) sostiene come l’immobile non è interdetto ai consiglieri: “Qui abbiamo organizzato un incontro con l’eurodeputata Ilaria Salis aperto a tutti”.
"Mai visto occupanti"
“Ho fatto diversi sopralluoghi, ma non ho visto nessun occupante - ha poi aggiunto nelle conclusioni Zamburru - non vivo dentro l’Aska. Se la Questura rileva che ci siano avranno ragioni per dirlo. Non insegno a loro il lavoro, come loro non potrebbero insegnarmi a curare i pazienti. Ognuno deve stare nel suo. Io ho il mio mazzo di chiavi e non l’ho dato a nessuno”.