Attualità - 14 gennaio 2025, 16:54

“Questo negozio ci ha dato tantissimo, anche a livello emotivo”

Dopo 37 anni Cornelia Carera e Roberto Vigoni lasciano il ‘Numero Uno’ di Vigone, che a marzo ripartirà con una nuova gestione

Cornelia Carera e Roberto Vigoni nel loro ‘Numero Uno’

Cornelia Carera ha tirato su per la prima volta la serranda del Numero Uno, quando la piazza davanti non era illuminata ed era molto diversa da quella che è oggi. Nel negozio di abbigliamento, che gestisce con il marito Roberto Vigoni, sono passate generazioni di vigonesi, e non solo. Si sono create amicizie, che hanno portato ad abbracci e lacrime, una volta annunciata la decisione di lasciarlo dopo 37 anni.

Una scelta non facile, ma che la coppia ha preso consapevole che tutte le cose prima o poi finiscono, pur lasciando un velo profondo di tristezza, mista alla soddisfazione dei traguardi raggiunti negli anni.

“Ho aperto il primo settembre del 1988. Avevo rilevato la licenza da Grazia Pampiglione e il negozio si chiamava già Numero Uno – ricorda Carera, che oggi ha 62 anni –. Per un anno mi ha aiutata mia sorella Bruna e fino al 1993, quando è morta per infarto, c’è stata mia madre, Maddalena Buffa, che mi dava anche consigli per le vetrine”. Seppur giovane, Carera aveva diversi anni di esperienza di vendita alle spalle: “Ho venduto per 9 anni scarpe da Pampiglione e ho imparato molto”. Quando ha iniziato piazza Vittorio Emanuele non era illuminata e le macchine parcheggiavano davanti al negozio. Nel 1996 a darle una mano è arrivato il marito Vigoni, 63 anni, che è originario di Trecate, nel Novarese, e faceva il commerciale per un’azienda tessile. Un passaggio dall’ingrosso al dettaglio, così come quello dal dialetto della sua zona di origine, più simile al milanese, al piemontese di Vigone: “Una volta, quando mia moglie era incinta, arriva una signora che mi dice ‘Voria n’cotin’ (vorrei una gonna, ndr). Io non capivo e le ho detto di guardare nel negozio, perché non sapevo cosa era”.

Sin da subito il negozio ha iniziato a puntare sui marchi e lo ha fatto sempre di più “perché dovevamo vivere in tre (la coppia con la figlia Martina, ndr), quindi dovevamo aumentare il fatturato”. Negli anni sono riusciti a ricevere forniture da case produttrici prestigiose, che non sono facili da ottenere. E non sono mancate le mode, da quella dei jeans Roy Roger’s, ai giubbotti Frav della San Diego, per cui si era formata una lista d’attesa, passando per la Fred Perry.

Da qualche tempo, però, il mercato è cambiato: “Non ci sono più marchi che tirano, sta a te comprare con attenzione e non fare mai il passo più lungo della gamba”. A venire incontro in questi casi è l’esperienza e il rapporto consolidato con clienti e fornitori. A comprare al Numero Uno non sono state ‘solo’ generazioni di vigonesi, ma anche abitanti dei Comuni dei dintorni, da Cavour a Moretta, passando per Villafranca Piemonte, sino a Torre Pellice, Pinerolo, Torino e Cuneo.

Non sono mancati momenti tristi come i due furti – uno tentato e l’altro riuscito – nel 2016, nell’arco di un solo mese, che hanno imposto a Carera e Vigoni di mettere maggiormente in sicurezza il negozio.

Da marzo l’attività passa in mano a Chiara Lovera e il 2 gennaio è stata lanciata una svendita che doveva chiudersi a metà febbraio, ma il negozio è stato letteralmente preso d’assalto e l’ultimo giorno sarà il 18 gennaio. “Non ci aspettavamo questa affluenza, volevamo finire il più possibile il magazzino e siamo riusciti a farlo molto velocemente – concludono –. Questo negozio ci ha dato tanto, perché in 37 anni non abbiamo mai chiuso in passivo, e ci ha dato moltissimo anche a livello emotivo, lasciandoci amicizie e ricordi piacevoli come gli inviti dei nostri clienti ai matrimoni dei figli».

Marco Bertello