Il rock made in Torino degli Atlante arriva sul palco dell’Hiroshima Mon Amour giovedì 16 gennaio.
La band emergente porterà i brani dell’ultimo e terzo disco intitolato “Poi Rinascere”. Un disco che parla di imprevedibilità, di eventi positivi e negativi che si susseguono in una ciclicità che non dipende dalla nostra volontà di agire. In apertura di concerto gli Irossa.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea Abbrancati (basso) che ci ha raccontato come si sta sviluppando il percorso artistico a partire dalla loro formazione nel 2019.
Come si riemerge dai periodi più bui e come la musica può aiutarci?
“Sicuramente la musica può essere uno strumento di autoanalisi. Può far riflettere sulle situazioni vissute. Esprimendole in concetti queste situazioni possono essere esorcizzate ed essere elaborate e digerite. Con la musica si può sapere che non si è soli a vivere alcune situazioni negative. Questo peso può essere alleviato. Un momento negativo, essendo ciclico, può portare a una rinascita. Bisogna cercare di avere una mentalità che può abbracciare l’imprevedibilità e lottare contro l’aura negativa”.
Il rock di band emergenti come la vostra come è percepito dal pubblico torinese?
“Anche in questo caso ci sono dei cicli, il nostro rock alternativo è stato abbracciato molto bene dal pubblico torinese soprattutto quando abbiamo fatto uscire il primo disco nel 2019. Il Covid ha poi portato delle conseguenze, ma dopo la pandemia sono nati nuovi collettivi del rock alternativo che hanno dato una nuova linfa vitale al genere. Ci sono tanti studenti e studentesse, ma non solo, con voglia di ascoltare una musica che spazia dal crossover elettronico, fino allo sperimentale e psichedelico”.
Cosa significa per voi salire sul palco dell’Hiroshima?
“Per noi è un passaggio importante, è un palco che vediamo come un obiettivo, ma anche come un punto di partenza. L’idea è di andare sempre avanti lavorando durissimo, soprattutto per il nostro genere che più difficile da far emergere in Italia. È un palco importante anche perché è quello su cui abbiamo visto tanti progetti artistici che abbiamo stimato. Far parte di quella scena musicale che ha messo i piedi su quel palco è una bellissimo”.
C’è qualche band locale con cui vorreste collaborare?
“Su Torino tantissime persone con cui abbiamo collaborato come Alberto Bianco e Daniele Celona, un gruppo che adoriamo ma che è fermo da un po’ sono Nadàr Solo”.
Sogno nel cassetto per il prossimo futuro?
“Il nostro obiettivo è di riuscire a suonare questo disco in cui crediamo tantissimo il più possibile, sia d’estate che nell’autunno. Vogliamo portarlo in qualsiasi luogo”.