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Attualità | 12 gennaio 2025, 07:00

Il Piemonte nella letteratura del XX secolo: radici, paesaggi e identità

Cesare Pavese

Cesare Pavese

Nel XX secolo, diversi scrittori hanno trovato nel Piemonte una fonte di ispirazione, rendendo la regione uno dei protagonisti delle loro opere.

Dal poeta crepuscolare Guido Gozzano, con la sua nostalgia per un passato perduto, a Cesare Pavese, per il quale il paesaggio diventa una metafora dell'anima umana e della sua solitudine. Lalla Romano, Primo Levi, Gianni Rodari e Beppe Fenoglio, ciascuno a suo modo, trasformano i paesaggi a loro cari in simboli universali di sofferenza, speranza e memoria.

Guido Gozzano, poeta del Piemonte di altri tempi

La poesia di Guido Gozzano porta con sé la sua forte radice piemontese.

Nato e cresciuto tra Agliè e Torino, Gozzano ricolloca la città in una dimensione evocativa, emotiva e nostalgica. Ma, mentre Torino si trasforma in una città antica avvolta nella polvere, riflettendo reminiscenze di un passato ideale, il poeta fugge alla quiete del paesaggio canavese: qui celebra le piccolezze, il cardo, le farfalle, la terra, emblemi di una “tenerezza per le cose viventi”.

Il Piemonte è così celebrato nelle sue poesie: nostalgico, ironico, malinconico, un cuore pulsante per una poesia che vivifica luoghi ed emozioni, fornendo al lettore immagini di un mondo in declino che tuttavia vive nei suoi versi immortali.

Cesare Pavese e la lunga ombra della solitudine

Cesare Pavese, nato a Santo Stefano Belbo, nella provincia di Cuneo, rimane uno dei più importanti (e tormentati) scrittori della letteratura italiana del XX secolo.

Pavese sarà sempre e indissolubilmente ancorato ai suoi luoghi d'origine, dove trova sempre la pace nei deliri dei suoi tormenti. Ed è proprio grazie al suo intimo legame con le Langhe che riesce a catturarne l'essenza più autentica, così che il paesaggio piemontese diventa il vero protagonista delle sue opere, un riflesso della sua solitudine, della sua lotta interiore: una vera metafora per l'esistenza umana. Torino è un altro luogo centrale nella vita dell'autore: qui studia, frequenta i caffè letterari e inizia la sua collaborazione con la nascente casa editrice Einaudi. La città, come il paesaggio circostante delle Langhe, è lo sfondo di alcuni dei suoi libri: è qui che è ambientato La bella estate, il libro con cui Pavese vinse il Premio Strega nel 1950. Ma la vita di Pavese ebbe un tragico epilogo e, pochi mesi dopo aver vinto questo premio, si suicidò in una camera dell'Hotel Roma a Torino: a 42 anni mise così fine al tormento che, in un modo o nell'altro, lo aveva sempre accompagnato durante la vita.

Lalla Romano: la voce intima di Cuneo e il Premio Strega

Una delle autrici di spicco del panorama letterario italiano del XX secolo è Lalla Romano, donna dal carattere chiuso e introverso. L’autrice nasce e cresce in provincia di Cuneo e mantenne sempre uno stretto legame con questi luoghi, facendo della città lo sfondo delle sue opere quasi autobiografiche. È esattamente da qui, a Cuneo, che è ambientato il romanzo che le avrebbe poi valso il Premio Strega nel 1969: Le parole tra noi leggere, un romanzo schietto e pungente che narra il suo complesso rapporto con il figlio, intriso d'ironia mentre allude alle tensioni generazionali degli anni ‘60. Con una prosa incisiva, la Romano descrive le lotte interiori e le sfide sempre più complesse che avvengono in un contesto che non è solo narrativo ma anche radicato, profondamente, nella sua terra, rendendo la sua realtà locale un grande soggetto universale.

Primo Levi e Torino: radici profonde

Primo Levi, uno dei grandi scrittori italiani del XX secolo, ha sempre mantenuto un forte legame con Torino, la sua città, dove la totalità della sua identità era radicata nella sua memoria.

Levi nacque in una famiglia ebrea nel 1919 e visse praticamente tutta la sua vita a Torino, ad eccezione della terribile esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale. La città non era solo il luogo in cui viveva, ma la fonte delle riflessioni esistenziali e filosofiche che presero forma in libri come Se questo è un uomo e Il sistema periodico. La sua Torino, città di vicoli, fiumi e colline, era anche il cuore pulsante di una delle grandi riflessioni sulla realtà umana e sociale. In Potassio, un capitolo de Il sistema periodico, Levi descrive il Piemonte come “la nostra vera patria”, una terra le cui radici corrono profonde e intrecciate, e dalla quale non si è mai separato completamente.

Pur avendo viaggiato e vissuto in tutto il mondo, Torino è rimasta sempre il luogo che gli dava un senso di appartenenza, un ancoraggio sicuro dalla quale osservare il mondo.

Sulle sponde del Lago d’Orta con Gianni Rodari tra fantasia e realtà

Gianni Rodari, originario di Omegna, è uno dei grandi maestri della letteratura per bambini italiana e ha la grande capacità di fondere fantasia e realtà in modi straordinari, trasformando le sue storie in scorci di mondi immaginari e profonde riflessioni sulla vita. Un fattore probabilmente raramente considerato è il suo rapporto con il Piemonte, una regione che ha modellato le sue storie e il suo pensiero. Un esempio di questo rapporto si trova in C'era due volte il Barone Lamberto, dove l'autore ambienta la sua storia sul meraviglioso Lago d’Orta, tra le montagne del Piemonte. Il paesaggio e la cultura della regione non sono meri fondali geografici ma veri e propri protagonisti di una storia che gioca con il mistero e la fantasia. Ne è un esempio il fiume Nigoglia che, scorrendo controcorrente verso nord, rappresenta simbolicamente l'idea di andare contro le convenzioni, un tema caro all’autore.

Rodari restituisce al Piemonte il paesaggio onirico in cui anche i luoghi più modesti diventano scenari di storie straordinarie che aggiungono straordinarietà alla vita quotidiana.

Beppe Fenoglio e le Langhe: un paesaggio di resistenza e memoria

Cesare Pavese descrisse le Langhe come un “mondo a parte”, e nessun autore più di Beppe Fenoglio è riuscito a decifrare l'anima di queste colline con la loro geografia aspra e le loro storie di lotta, passione e silenzio.

Fenoglio, nato nel 1922 ad Alba, ha sempre avuto un rapporto profondo con il suo territorio, il cuore pulsante dei suoi romanzi. Le Langhe, con i loro paesaggi, diventano il set di storie di resistenza, d'amore e tradimento, di desiderio di redenzione e rassegnazione. Un romanzo come Una questione privata dà voce non solo alla sofferenza, ma anche alla resistenza dei suoi protagonisti, immersi in un paesaggio che si trasforma in un baluardo di lotta e memoria. Ma non è solo guerra: La malora, uno dei suoi primi romanzi, offre un'immagine spoglia e veritiera della vita nelle Langhe, mentre il racconto I ventitré giorni della città di Alba mostra un drammatico quadro dell'occupazione tedesca.

Con Fenoglio,  le Langhe non sono semplicemente un paesaggio, ma un mondo vivo e inseparabile dalla vita dei suoi personaggi.

Un viaggio letterario attraverso le terre del Piemonte

Il Piemonte è molto più di una semplice area geografica: è, di fatto, un personaggio a sé, che incarna le esperienze, i ricordi e le lotte delle sue terre, come documentato dalla letteratura del XX secolo. Da Gozzano a Fenoglio, ciascuno di questi autori è stato in grado di trasformare la propria terra in un punto di contatto tra storia e immaginazione. Il nostro gruppo editoriale è radicato nel territorio dove questi autori sono nati e vissuti: da Torino alla Val d'Ossola, da Cuneo ad Alba, ci impegniamo per la conservazione e la narrazione del patrimonio culturale di una terra che ancora trova spazio per l'ispirazione.

Valeria Toscano

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