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Economia e lavoro | 11 gennaio 2025, 07:00

La strategia di Kiev per rimpolpare l’esercito non ha dato risultati

Iniziato l’anno nuovo, permangono per le Forze armate ucraine le vecchie problematiche che pesano da quasi due anni. Si tratta della mancanza di un numero sufficiente di uomini per dare il cambio ai soldati feriti o scappati e per riempire i buchi lasciati da quelli deceduti.

La strategia di Kiev per rimpolpare l’esercito non ha dato risultati

Iniziato l’anno nuovo, permangono per le Forze armate ucraine le vecchie problematiche che pesano da quasi due anni. Si tratta della mancanza di un numero sufficiente di uomini per dare il cambio ai soldati feriti o scappati e per riempire i buchi lasciati da quelli deceduti. A ciò si accompagna un deficit subdolo e costante di armamenti occidentali adeguati, che gli alleati hanno concesso con il contagocce rispetto alle necessità espresse da Zelensky.

 Come riporta il sito Strumenti Politici, l’analista militare Michael Kofman ha dato una valutazione negativa della strategia ideata dai vertici ucraini per risolvere queste problematiche. Attualmente collaboratore del “Carnegie Endowment for International Peace” e in passato anche dello “Wilson Center”, Kofman espone i punti deboli del piano con cui Kiev ha cercato di creare e di mandare al fronte formazioni fatte soltanto da soldati nuovi, mentre le unità già schierate pativano fortemente le perdite di uomini e la carenza di equipaggiamenti all’altezza dalle circostanze effettive. 

Una decisione “tra le più sconcertanti” secondo lui, che viola i principi base della gestione militare e che veramente ha mostrato lacune terribili sia nelle operazioni di attacco che in quelle di difesa. Gli ucraini si sono dunque rivolti alla produzione militare interna, ottenendo sul campo dei buoni effetti dai droni che Kofman chiama “moltiplicatori di forza”. Ma non può bastare.

 Con il 2024 infatti il conflitto è diventato una guerra di logoramento, nella quale lo sviluppo degli scontri costringe le controparti a consumare costantemente soldati e risorse. Questa situazione favorisce la Russia, che per le sue caratteristiche finirebbe inevitabilmente per vincere un conflitto che abbia preso una tale piega.

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