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Attualità | 11 gennaio 2025, 11:36

Desiderio avverato per il centenario Piero Ballesio, la visita alle popolari di via Montevideo: "Grande emozione"

Non tornava nel complesso dal 1985: "Era un piccolo paese dove ci volevamo tutti molto bene"

Anziano con persone attorno

Il ritorno di Piero Ballesio alle case popolari di via Montevideo

Il desiderio di Piero Ballesio si è avverato. Il quasi centenario che aveva raccontato la sua storia al nostro giornale, ha potuto rivedere la case popolari di via Montevideo 21 in cui è cresciuto. 

A organizzare la visita è stata la presidenza di Atc Piemonte Centrale. 

Visibilmente emozionato, Piero ha potuto di nuovo entrare nelle case popolari dopo quasi 40 anni.

"Ritornare è una grossa emozione. Ho iniziato bene l’anno, come può cominciare meglio? Sono 99 anni e un pezzo e non venivo dal 1985, quando è mancata mia mamma. Ero qui nel dicembre del 1929, c’erano ancora le macerie. Non funzionavano ancora nemmeno i termosifoni e mio papà aveva risolto con una stufetta e con il materiale da bruciare che ci dava le Ferrovie, dove lavorava mio padre" ricorda il 99enne che aggiunge con un po' di amarezza: "Era diventato poi il bel quartiere che è sempre stato, lo chiamavano la Cittadella. Era un piccolo paese dove ci volevamo tutti molto bene. Sono tempi che non ritornano e non ci vogliamo più bene come ci volevamo una volta”. 

Ad accogliere Piero e la sua famiglia, il presidente di Atc Emilio Bolla: “Storie come queste, che portano ricordi belli, sono lo stimolo a ricreare anche oggi un ambiente positivo e un legame forte tra chi vive nelle case popolari”.

Il complesso 

Il complesso di via Montevideo, via Tunisi e via Taggia è stato realizzato nel 1930 come 17esimo (in ordine di edificazione) quartiere Iacp (Istituto autonomo per le case popolari) per ospitare circa 400 alloggi popolari divisi in 4 edifici di 5 piani. Attualmente il complesso è amministrato in regime condominiale dall’Agenzia Territoriale per la Casa, ancora proprietaria di gran parte delle unità immobiliari (328 su 390, mentre le restanti 62 sono state acquistate, a riscatto, da ex inquilini diventati proprietari). 

Come purtroppo accaduto in altri quartieri popolari densamente abitati, anche il complesso di Borgo Filadelfia è stato interessato in anni recenti dal fenomeno delle occupazioni abusive, spesso all’origine di situazioni di degrado e mancato rispetto delle regole di convivenza civile. La scorsa estate, tuttavia, 4 alloggi che erano occupati senza titolo sono stati recuperati grazie all’impegno congiunto di forze dell’ordine, Prefettura, Comune e Atc. 

Inoltre, per favorire la coesione sociale e dare una risposta alla solitudine e alle situazioni di fragilità che spesso caratterizzano gli insediamenti di edilizia sociale, nei mesi scorsi ha preso il via il progetto “Golconda”, che opera in uno spazio del complesso messo a disposizione dall’Agenzia Territoriale per la Casa, nell’ambito del bando “N.O.I. – Nucleo Operativo Integrato per la Casa” della Regione Piemonte. Il progetto “Golconda”, che riunisce diversi enti e associazioni (Associazione Arcobaleno, cooperative Il Punto, Nanà, Paradigma, Progetto Muret ed Esserci), ospita sportelli informativi e di assistenza (aiuto nelle pratiche che riguardano la casa, assistenza fiscale e previdenziale, sostegno psicologico) e attività rivolte agli abitanti del quartiere (corsi di cucina, laboratori creativi, dopo scuola), con l’obiettivo di aumentare la partecipazione attiva, il coinvolgimento e il benessere dei residenti.  

Proprio nei pressi di questo spazio, nel mese di dicembre è stato installato uno dei 150 defibrillatori del progetto di cardio protezione delle case popolari di Torino e provincia, voluto da Atc in collaborazione con l’Azienda Zero Piemonte, che si occuperà di un programma di informazione – formazione sull’uso del dispositivo salvavita rivolto ai residenti del quartiere (gli altri dispositivi sono stati installati finora in via Lancia, corso Taranto e via Villar).

Massimiliano Sciullo e Chiara Gallo

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