Walter Rolfo e Giorgio Chellini saranno tra i protagonisti delle Universiadi. Il direttore artistico della manifestazione ed uno degli ultimi tedofori della cerimonia di apertura del 13 gennaio, che vedrà tra i protagonisti anche il maestro Giovanni Allevi, raccontano le loro emozioni, a poche ore dal via del grande evento.
Il torinese Walter Rolfo sarà tra i testimonial delle Universiadi 2025. L’”ingegnere della felicità” come viene spesso definito sarà direttore artistico dei Giochi Mondiali universitari invernali che si svolgeranno dal 13 al 23 gennaio nella sua città natale. Insieme a Rolfo abbiamo fatto quattro chiacchiere in vista dell’inizio del grande evento sportivo.
Parlando di "ingegnere della felicità”, ci può spiegare cosa rappresenta questa figura?
“Mi definiscono così - spiega sorridendo -. Sono in realtà un ingegnere e uno psicologo e da tre anni sono Direttore di una Challenge al Politecnico di Torino, dove insegniamo a trasformare la felicità in una materia ingegneristica. Mi si associa a questo termine perché considero la felicità una scienza rigorosa, non una fortuna casuale. È un concetto che possiamo misurare e studiare, come dimostrano ricerche di Harvard, Yale e Oxford. Per esempio, la felicità non è una conseguenza del successo, ma la causa: un medico positivo ha il 19% di probabilità in più di formulare diagnosi corrette. Con il metodo GASP, che stiamo sviluppando con l'Università di Torino, misuriamo la felicità percepita per sviluppare strategie che migliorino la vita delle persone e il successo aziendale”.
Che cos’è l'impossibile?
“L’impossibile è un limite mentale. Spesso definiamo impossibili cose che sono solo difficili o improbabili, usandolo come scusa per non agire. Nel lavoro o nella vita personale, il termine "impossibile" ci fa perdere opportunità. Allenarsi all’impossibile, cioè affrontare con determinazione situazioni complicate, aumenta il successo, l’autoefficacia e la felicità. Chi crede che nulla sia impossibile vive con più ottimismo e raggiunge risultati straordinari”.
Lei sarà tra i testimonial delle Universiadi. Che cosa rappresentano per lei e può anticiparci qualcosa del suo ruolo?
“È un grande onore. Le Universiadi, radicate nella tradizione italiana, saranno il più importante evento sportivo del 2025. Come torinese, è motivo di orgoglio contribuire come Direttore Artistico. Con Masters of Magic, cureremo le cerimonie di apertura e chiusura, affrontando il tema della solitudine digitale. Lo spettacolo sarà una metafora di come sport, arte e fratellanza possano unire le persone, offrendo emozioni autentiche e profonde”.
Secondo lei, Torino è una città che sa sognare e lavorare alla propria felicità?
“Torino è casa: è il luogo dei miei affetti e dei miei ricordi. Credo che abbia potenzialità incredibili, ma spesso non sappiamo valorizzarle a causa del nostro understatement sabaudo. Torino spreca grandi occasioni, come organizzare eventi che potrebbero generare benefici concreti. Questo paradosso ci impedisce di riconoscere il nostro valore, mentre rimpiangiamo occasioni perdute. È tempo di agire, perché restare fermi, oggi, è la peggiore strategia”.
Progetti in programma nel capoluogo sabaudo dopo le Universiadi?
“Nel 2025 organizzeremo con Masters of Magic il XXIX Campionato Mondiale di Magia, per la prima volta a Torino. Questo evento globale, che si svolge ogni tre anni, porterà oltre 5.000 maghi e mezzo milione di spettatori, con un impatto economico stimato di oltre 15 milioni di euro. Il Piemonte si trasformerà in un regno della magia, con spettacoli diffusi, un museo a cielo aperto e iniziative culturali in collaborazione con il Museo della Magia di Cherasco. Questo evento unico durerà tutto il 2025 e sarà un’occasione per raccontare al mondo la bellezza di Torino. Spesso i visitatori dicono: "Non pensavo che fosse così bella." Dobbiamo imparare a comunicare meglio il nostro valore, conquistando l’ammirazione globale. Un evento di questa portata è irripetibile. Per chiunque voglia collaborare, operativamente o sostenendo l’iniziativa, potete contattarci a FISMITALY2025@mastersofmagic.tv”.
Prima giocatore, poi capitano, oggi dirigente. Tra Giorgio Chiellini e la Juve è una storia d'amore che dura (quasi ininterrottamente) da vent'anni. Non a caso, sarà lui uno dei quattro tedofori che concluderanno il viaggio della Torcia dei Giochi.
Per lei che è stato capitano della Juve e della nazionale, che emozione sarà essere questa?
"Sono arrivato a Torino nell'estate del 2005 e penso che l'Olimpiade del 2006 sia stata un punto di svolta per la città, una manifestazione che rimarrà indelebile nel cuore di tutti i torinesi. Essere uno dei tedofori di queste Universiadi è per me un grande orgoglio che mi lega ancora di più a questa città".
Oltre che calciatore, Giorgio Chiellini è stato anche (brillante) studente universitario. Allora non è vero che sport di alto livello e studio sono incompatibili...
"Tutt'altro, lo studio penso che aiuti gli sportivi di alto livello a continuare a migliorarsi ed a raggiungere risultati più importanti".
Dalle Olimpiadi del 2006 alle Universiadi del 2025, cosa significa questo altro grande evento sportivo per la città?
"Vuol dire che la città di Torino vuole crescere ancora, che è viva e che guarda al futuro".
Dopo Atp Finals, Giro, Tour e a fine agosto la partenza della Vuelta, Torino si conferma città dei grandi eventi sportivi. Dove sta il segreto e quanto conta avere l'effetto-traino di un brand mondiale come la Juve?
"La Juventus è parte integrante della promozione della città di Torino, che unisce la grande passione per lo sport con le tante attività culturali. Siamo tutti davvero felici di aver ospitato negli ultimi anni tantissimi altri eventi sportivi e che Torino venga vissuta tutto l'anno come un riferimento sportivo in Italia ed in Europa".
Quale disciplina pratica, tra quelle delle Universiadi, o quale è quella che preferisce?
"Mi ricordo ancora che rimasi folgorato dalla mia prima partita di Hockey su ghiaccio, vista in televisione quando ero un bambino. Chiesi a mia mamma se potevo provare anche io quello sport, ma Livorno non era decisamente la città adatta...".