Politica | 08 gennaio 2025, 16:13

Giornata degli internati italiani, Bergesio (Lega): “Conserviamo la memoria dei cittadini internati nei campi di concentramento e il sacrificio dei soldati italiani”

Giornata degli internati italiani, Bergesio (Lega): “Conserviamo la memoria dei cittadini internati nei campi di concentramento e il sacrificio dei soldati italiani”

 “Conservare la memoria dei cittadini italiani, militari e civili, internati nei campi di concentramento è doveroso. Bene quindi l’istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi”.

Lo afferma il Senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio, dopo l’approvazione unanime da parte di tutti i gruppi parlamentari, stamani nell’aula del Senato, del disegno di legge che istituisce la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi, già approvato dalla camera. 
L’approvazione da parte del Senato dà così il via libera definitivo alla proposta.

La data prescelta è il 20 settembre, giorno in cui, nel 1943, Hitler modificò la condizione dei prigionieri di guerra italiani catturati dopo l'armistizio dell'8 settembre, in quella di “internati militari”.

“Nei campi di concentramento gli italiani subirono violenze fisiche e morali e furono destinati al lavoro coatto, a causa del proprio rifiuto di collaborare con lo Stato nazionalsocialista e con la Repubblica sociale italiana dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943”, dice ancora Bergesio, che aggiunge: “La Giornata ha anche lo scopo di onorare la memoria di tutti i militari italiani uccisi a causa del rifiuto di collaborare con lo Stato nazionalsocialista e con la Repubblica sociale italiana”.

Dall'estate 1943 alla cessazione della guerra, circa 800 mila italiani, militari e civili, furono trasferiti coattivamente nel territorio del Terzo Reich, dove vennero impiegati come forza lavoro nell'economia bellica tedesca. Il gruppo più numeroso, oltre 650 mila, era quello degli Internati Militari Italiani: costretti a consegnare le armi, migliaia di soldati vennero posti di fronte alla richiesta di continuare a collaborare con le truppe tedesche e con la Repubblica di Salò. Una limitata parte di soldati accettò, alcuni riuscirono a fuggire e altri vennero uccisi nei combattimenti. Circa 50mila soldati, tra
coloro che non accettarono la collaborazione, persero la vita durante la prigionia, per malattie, denutrizione, esecuzioni e bombardamenti.

“Il 20 settembre del ‘43 Hitler, in contrasto con il diritto internazionale, non riconobbe ai 650mila soldati italiani lo stato di prigionieri di guerra. Anzi, per umiliarli lo cambiò in “internati militari”, con le conseguenti vessazioni e comportamenti inumani nei loro confronti. Moltissimi morirono, lì o al rientro a casa per le malattie. Con l’istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento il nostro Paese ricorderà anche quella data e il sacrificio dei suoi militari”, conclude il Senatore Bergesio.

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