Un 2024 nero, nerissimo. Se l’auto soffre e Stellantis ne è l’esempio più chiaro, Mirafiori rappresenta lo specchio che riflette l’immagine più inquietante. Nell’arco di 12 mesi sono stati meno di 26mila gli esemplari usciti dallo stabilimento torinese, quasi il 70% in meno rispetto all’anno precedente, quando si era sfiorata quota 86mila.
E anche se il 91% delle auto sono state 500 bev, il loro effetto propulsivo si è esaurito rispetto agli anni precedenti. Anzi, il dato non fa che evidenziare per contrasto le difficoltà di Maserati. Le auto del Tridente sono scese a 2250 unità. Il calo, qui, è addirittura del 74%. A Torino complessivamente si è fatto di peggio solo nel 2019, con poco più di 19mila pezzi. Un calo peggiore, ma a volumi minori, si registra solo a Modena.
Difficoltà diffusa
“Per assurdo, è stato ancora più rapido accumulare i numeri visto che molti stabilimenti sono rimasti fermi a fine anno - dice Ferdinando Uliano, segretario generale nazionale della Fim CISL - E su scala nazionale ci si è fermati sotto i 500mila veicoli. Sia le auto che i commerciali sono rimasti sotto le previsioni. Tutti gli stabilimenti sono in negativo”.
“Per Mirafiori la flessione in un solo anno è davvero pesante - prosegue - considerando che alcuni modelli Maserati non si faranno più nel 2025. Siamo molto preoccupati, soprattutto per Maserati: anche davanti al Mimit non c’è stata risposta. È il buio totale. Siamo anche molto prudenti sulle previsioni di centomila 500 ibride: ne abbiamo viste di tutti i colori”.
Cassa e chiusure
Forte il ricorso agli ammortizzatori sociali, nonostante un’organizzazione su un solo turno, coinvolgendo circa il 40% dei mille lavoratori sulla linea Bev. Cassa per tutto l’anno anche per 1200 di Maserati. A Mirafiori il 2024 è stato poi scandito da una chiusura totale della linea per oltre la metà delle giornate produttive.
Manifestazione europea il 5 febbraio
“Nel 2025 non ci aspettiamo cambiamenti significativi in termini di volumi - aggiunge Uliano - considerando che la 500 ibrida arriverà a novembre. L’aumento sarà sul 2026, ma per saturare gli impianti ed eliminare la cassa integrazione serve di più. Anche in attesa delle risposte del mercato”.
In agenda, intanto, il 5 febbraio ci sarà una manifestazione a livello europeo. A Bruxelles. “La sostenibilità sociale non può esistere, senza un ruolo forte dell’Europa. E il singolo Stato da solo non può farcela”.
Comau e Teksid
Confermate infine le preoccupazioni per Comau dopo lo spin off e la perdita della maggioranza da parte di Stellantis. Mentre alla Teksid incombe lo stop dei motori endotermici per cui a Carmagnola si fa componentistica.