“Ogni volta chiamiamo la polizia, gli agenti intervengono e li mandano via. Tempo 2-3 giorni e ritornano”. E’ amareggiata la signora Loredana, commerciante di zona Barriera di Milano, per la situazione di una coppia che da un anno chiama casa il giardino Peppino Impastato.
Un vero e proprio accampamento abusivo che i due costruiscono e arredano la sera, smontandolo poi al mattino successivo. Ma la convivenza con il quartiere non è delle più facili. Oltre ai negozianti con il tempo sono arrivate anche le proteste dei residenti.
I falò
Cartoni, coperte e un rifugio di fortuna dove accendere falò per scaldarsi era diventata una consuetudine. “Poi a forza di chiedere aiuto la situazione è migliorata” racconta la coordinatrice all’Ambiente della Circoscrizione 6, Giulia Zaccaro. I due clochard chiedono l’elemosina per le vie e quando trovano lamiere, sedie o altri oggetti abbandonati li trasformano in “decorazioni” per il loro riparo. “Ci dispiace per queste persone - continua Loredana -, ma non è normale che vivano in un giardino. Purtroppo non vogliono saperne di accettare altre soluzioni”.
Il trincerone
“Ho scritto al comandante dei vigili, la speranza è che si stufino di vivere in mezzo a una strada” così Enzo Robella, presidente del comitato “Cittadini e commercianti di Barriera di Milano”.
“Ora i due non stazionano più lì tutto il giorno - continua Robella - ma a forza di accumulare hanno finito per gettare di tutto dentro al trincerone che dovrebbe, un domani, ospitare la linea 2 della metro”. E in fondo al canale Amiat non è chiamata a pulire. Anche per questioni di sicurezza.
L’accesso, infatti, è proibitivo: vuoi per la pendenza vuoi per la presenza di piante e masserizie di ogni tipo. “Nel canale che ospiterà la metro 2 - protesta Zaccaro - ci è finito anche un monopattino. Siamo a 15 minuti dal centro di Torino, vergogna”.