Si chiama Direttiva europea EPBD, ma è stata subito ribattezzata con il nome di "Case Green": è la decisione presa in ambito Ue per migliorare le prestazioni del patrimonio edilizio continentale, riducendo emissioni e limitando sprechi.
In Italia, però, la situazione non è per nulla rosea: oltre una casa su due (51,8%) appartiene alle classi energetiche più inquinanti (F-G). In Piemonte la situazione è migliore solo in parte: 47,9%.
Torino la meno peggio
Tra le province, peraltro, Torino è quella che fa la figura migliore. Ma il dato resta alto (e preoccupante): 44,5%. Stanno peggio gli altri territori: Biella è al primo posto con il 61,8% degli immobili nelle classi energetiche più inquinanti, segue Vercelli con il 58,9%, Alessandria con il 55,5%, Verbano 54,8%, Asti, 51,1%, Novara 47,1% e Cuneo 45,6%.
Dunque, ci sarà da fare. Ci sarà da lavorare. Per il 2025 è previsto un incentivo del 50% per la ristrutturazione delle prime case, con massimale fissato a 96mila euro, mentre per le seconde case la detrazione sarà del 36%. Il décalage dei bonus inciderà sulla tenuta del comparto casa.
Ma questo accade proprio in un momento in cui stanno calando costantemente le imprese specializzate: dal 2022 al 2024 ne sono sparite 309 in tutta la regione. Da 49.187 a 48.878.
"Rendere strutturali i bonus"
“È fondamentale rendere strutturali i bonus, rivedere le tempistiche per la realizzazione dei lavori sugli immobili inquinanti e velocizzare l’erogazione delle risorse del PNRR sui lavori già programmati - commenta Enzo Tanino, presidente Confartigianato Piemonte edilizia -. Non si può ignorare il clima di incertezza in cui le imprese edili si trovano ad operare". "Molte imprese della filiera negli ultimi anni hanno saputo reagire e cogliere le opportunità offerte dai bonus edilizi, hanno investito e introdotto innovazioni al loro interno e si sono strutturate. Come era prevedibile le imprese più piccole e meno strutturate non ce l’hanno fatta a resistere e in soli 3 anni in Piemonte sono ben 309 le cessazioni. Insistiamo affinché vengano attivati nuovi incentivi e bonus fiscali per le ristrutturazioni e per l’efficientamento energetico, aiutando le famiglie ad affrontare il gravoso onere di adeguare il proprio patrimonio immobiliare che, ricordiamolo, è ancora perlopiù risalente agli anni ‘70”.
La nuova Direttiva europea impatterà significativamente sul parco immobiliare ed esprimerà un’elevata domanda di sostituzione di impianti/efficientamento. “Oggi la ristrutturazione è diventata uno standard, legata all’economia circolare - continua Tanino - anche se contestiamo i tempi imposti dall’Europea per le case green. Quello che pesa maggiormente sono le scelte che ancora il Governo non ha fatto, nel senso che le risorse messe a terra dal PNRR per i lavori già programmati non sono ancora arrivate agli enti locali”.
Manca la manodopera
E oltre alle aziende, manca anche la manodopera. “Altro problema segnalato e noto -conclude Tanino- è la carenza di personale, che sta portando ad un abbassamento dei profili impegnati nel settore e all’incremento di imprenditori “improvvisati” che riducono l’immagine del lavoro edile, la qualità e la produttività del settore".