Il 6 febbraio del 2019, l'Asilo Occupato di via Alessandria a Torino veniva sgomberato in modo muscolare da parte dell'amministrazione comunale (guidata dall'allora sindaca Chiara Appendino) e dalle forze dell'ordine, anche attraverso la militarizzazione del quartiere per giorni interi con camionette, barricate e controlli in ingresso e in uscita anche sui residenti.
Da Asilo Occupato ad...Asilo Abbandonato
A distanza di quasi 6 anni da un'iniziativa che, oltre ad eliminare un punto di riferimento del mondo anarchico torinese (e non solo) attraverso la cosiddetta “Operazione Scintilla” doveva essere un tassello fondamentale della tanto sbandierata “riqualificazione” del quartiere Aurora, cosa resta? A guardare l'ex “Principe di Napoli” verrebbe da dire “il nulla”: solo porte e finestre murate, un giardino che sembra ormai una giungla amazzonica, scritte sui muri ed i residui dei manifesti con cui gli occupanti pubblicizzavano eventi e cene di autofinanziamento.
Dopo anni, il nulla
Sono state tante, nel corso di questi anni, le progettualità pubbliche e private prima annunciate e poi cadute nel nulla: prima tra tutte quella di insediare nell'ex Asilo la “Casa delle Tecnologie Emergenti”, con tanto di annunci in pompa magna di Appendino e addirittura dell'allora vicepremier Luigi Di Maio. A queste sono seguite, su sollecito di diversi enti e istituzioni, le proposte di realizzare un museo sulla Shoah o un centro studi dedicato alla figura di Primo Levi.
Risale allo scorso febbraio, infine, l'idea dei consiglieri e delle consigliere di Sinistra Ecologista in Circoscrizione 7 di restituire alla cittadinanza almeno il giardino attraverso un patto di collaborazione da siglare con un ente del terzo settore secondo la logica dei beni comuni. A questa è seguito un bando comunale a cui però nessuno ha risposto.
In attesa dell'Aurora
Quello della riqualificazione del quartiere Aurora attraverso il recupero dei suoi vuoti urbani è un discorso che va avanti da almeno vent'anni, ma ad oggi molti cantieri sono fermi: primo tra tutti quello delle ex OGM di corso Vercelli, un tempo culla dell'industria torinese e da decenni abbandonato al proprio destino nonostante il progetto di Esselunga proprietaria dell'area; stesso discorso per lo Student Hotel nell'area del Ponte Mosca, di cui vi avevamo parlato qualche giorno fa. L'unico che sembra procedere spedito è quello della palestra GoFit che sorgerà al posto del Mercato dei Fiori di via Perugia.
Nonostante le promesse dunque, per i residenti il 2025 si appresta ad essere un altro anno di attesa. Attesa che lentamente si sta trasformando in rassegnazione, con la speranza che la retorica della rigenerazione urbana non sia traduca in una grande illusione collettiva per un quartiere che prima di tutto ha bisogno di opportunità e servizi.