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Attualità | 28 dicembre 2024, 17:00

Comitato Salviamo il Meisino presenta ricorso contro il Parco dello Sport

Le richieste sono di verificare lo stato effettivo in cui si trovano il parco e gli habitat protetti dalla Rete Natura2000, effettuare il censimento della fauna e di verificare gli impatti ambientali del progetto

Comitato Salviamo il Meisino presenta ricorso contro il  Parco dello Sport

Insieme alle associazioni Centro Ricci La Ninna ODV, di cui è presidente il medico veterinario dott. Massimo Vacchetta, UTI Per Tutti - Unione Tutela Individui associazione antispecista, LAV – Lega Antivivisezione, undici aderenti al Comitato Salviamo il Meisino hanno presentato il 23 dicembre, un ricorso per accertamento tecnico preventivo al Tribunale Ordinario di Torino sul progetto del Parco dello Sport. 

Rappresentanza e difesa sono affidate all’Avv. Virginia Cuffaro e all’Avv. Veronica Dini.

Le richieste

"Le richieste - scrivono dal Comitato - sono di verificare lo stato effettivo in cui si trovano il parco e gli habitat protetti dalla Rete Natura2000, nonché di effettuare il censimento della fauna e di verificare gli impatti ambientali della realizzazione del progetto del Parco dello Sport (ora opportunamente ridenominato Centro per l’Educazione Sportiva e Ambientale).

Per oltre due anni, il Comitato ha sperato che il Comune di Torino e gli Enti che hanno approvato il progetto del Parco dello Sport nella riserva naturale del Meisino accogliessero le ragioni dei picchi, degli aironi, dei ricci, dei pipistrelli, dei tassi e di tutta la fauna selvatica protetta e non protetta, nonché della preziosa flora che costituisce riparo e alimento per gli animali.

Per oltre due anni abbiamo sperato che venissero comprese le ragioni di chi vuole mantenere questo parco com’è: pubblico, ossia senza ingerenze di soggetti privati, fondazioni bancarie comprese. Pienamente consapevoli della crescente necessità di salvaguardare la Natura, avremmo potuto discutere di aumentare la tutela nelle zone più delicate, a vantaggio della conservazione. Non possiamo accettare che, al contrario, si devasti il parco con cantieri, per imporgli una vocazione sportiva di intensità incompatibile con la conservazione della Zona di Protezione Speciale e della zona contigua. Abbiamo sperato in un dietrofront fino all’audizione della Consulta del 10 dicembre scorso, ma in tale occasione abbiamo ascoltato dagli Assessori Carretta e Tresso ulteriori falsità e incoerenze sui monitoraggi istituzionali, sul numero di alberi da abbattere e persino sul “dialogo”, che a loro dire non si sarebbe mai interrotto. Il Comune, che sinora non ha dialogato con nessuno, e che anzi, alla nostra protesta ha opposto la militarizzazione del parco, ora si è scelto interlocutori istituzionali, escludendo i cittadini che criticano davvero il suo operato e denunciano come la “rinaturalizzazione” prevista dal progetto non sia affatto tale. Dopo l’audizione, inoltre, al Meisino abbiamo constatato ulteriori danni: la devastazione della zona circostante l’ex galoppatoio, fino a lambire le zone più delicate come la collinetta in cui risiede una colonia di tassi e le auto della polizia parcheggiate sui prati, già scorticati dalle ruspe. Inoltre stiamo misurando gli alberelli che stanno venendo messi a dimora (300, non 900 come aveva affermato Tresso). Su due campioni scelti a caso, uno di 19 alberelli e l'altro di 23, per un totale di 42 alberelli, abbiamo riscontrato che soltanto l'11,6% raggiunge o supera la (pur esigua) circonferenza minima di 10 cm prevista dal progetto. Proprietari della riserva naturale del Meisino sono i cittadini e tutte le creature che lo abitano ma non possono protestare: perciò noi protestiamo anche e soprattutto nel loro interesse. Come proprietari abbiamo tutto il diritto di agire contro gli amministratori se questi non gestiscono con scrupolo la cosa pubblica e firmano contratti che la danneggiano. Per di più le ditte appaltatrici, incuranti del luogo in cui operano e della fauna presente al Meisino, parte della quale si trova nella delicata fase del letargo, non rispettano neppure le blande prescrizioni contrattuali per l’attenuazione del danno. Operano infatti con mezzi pesanti, cingolati e rulli che producono inquinamento, rumore e vibrazioni. E quindi, arrivati a questo punto, per tutelare il bene pubblico abbiamo deciso di aggiungere alle manifestazioni, alla mobilitazione e alla divulgazione di informazioni anche un’azione legale.

Ci spiace che ciò coincida con il periodo natalizio, ma ogni giorno siamo testimoni dell’impatto della realizzazione del progetto sull’area naturalistica del Meisino: non c’è più un istante da perdere se vogliamo salvarla almeno in parte. Chi vuole contribuire alla salvaguardia del parco può sostenerci contattandoci". 

redazione

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