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Attualità | 26 dicembre 2024, 18:58

Il Monviso, la cascata e il vino: il presepe dei record che unisce le tradizioni di 4 regioni [VIDEO]

Dalla Calabria a Torino, la famiglia Mazza-D’Amato ha trasformato una tradizione familiare in un'attrazione che coinvolge tutto il quartiere

Il Monviso, la cascata e il vino: il presepe dei record che unisce le tradizioni di 4 regioni [VIDEO]

A fine novembre, i primi curiosi iniziano ad avvicinarsi al cancello verde di via Rubiana 41 bis, a Pozzo Strada, dove da 18 anni viene allestito un presepe che è diventato una vera tradizione nel quartiere. La magia attira ogni anno, come in una processione, bambini e adulti, tutti ansiosi di ammirare quelle incredibili casette, scolpite a mano utilizzando polistirene, centinaia di statuine e una cascata che funziona davvero. 

 

L’opera d’arte nel cortile

 

Il presepe, realizzato dalla famiglia Mazza-D’Amato, è una straordinaria opera di 27 metri quadri che si sviluppa in altezza e in larghezza e che racconta una storia di passione tramandata da generazioni. Unisce le tradizioni di quattro regioni: Piemonte, Calabria, Campania e Basilicata, con elementi tipici di ciascuna. Tra i suoi dettagli ci sono pastori, contadini, pecorelle, e persino una distinzione tra nobili e meno nobili. La grotta, realizzata con massi veri, ospita la Natività, mentre un piccolo fiume Po, il Monviso, un castello, ponti e una chiesa che richiama la cattedrale di Marsico Nuovo completano il quadro. Ogni elemento, dalle casette alle decorazioni, è realizzato e dipinto a mano dal poliedrico Fernando D’Amato, factotum della famiglia, insieme al figlio Francesco, studente in Ingegneria. Tutto intorno pietre, muschio e corteccia. Per realizzarlo serve un mese abbondante: deve essere pronto per l’8 dicembre.

 

La cascata e il vino

 

A completare l’opera, una cascata alimentata da una pompa che permette il riciclo dell’acqua, e un’attenzione meticolosa ai dettagli che rende questo presepe davvero unico. Poi c’è l’angolo “vino”: già a scorrere sembra proprio vino vero. “E lo è - racconta Francesco -. Si tratta di Barbera”. In un angolo spunta anche un campo da tennis. La passione per questa tradizione è diventata talmente popolare che la famiglia ha persino creato una pagina su Facebook, e una su Instagram, per raccontarne le gesta. Ma l’elemento che rende ancora più speciale il presepe sono i bambini: qui la porta, infatti, è aperta a tutti. Le loro domande e curiosità animano ogni visita, facendo crescere sempre più la magia che avvolge l’opera. E per il prossimo anno, la famiglia Mazza-D’Amato è già al lavoro per aggiungere qualcosa di nuovo a questa tradizione che continua a incantare tutti.

 

La genesi

 

Una storia che ha inizio negli anni Cinquanta a Lamezia Terme, in Calabria, dove Francesco Mazza senior dà vita con passione al suo presepe, allestito in una stanza del suo appartamento. Quando il figlio Giuseppe si trasferisce a Torino per studiare medicina, decide di portare avanti la tradizione. Così, nella casa che condivide con la moglie e il figlio Francesco, ogni anno prepara il presepe. La svolta arriva nel 2007, quando la famiglia si trasferisce in via Rubiana, in una casa con giardino. Quel Natale, per la prima volta, decidono di allestirlo all’aperto. Nonostante fosse ancora semplice, con la grotta e le statuine della Natività, l’installazione segna l’inizio di un progetto che cresce di anno in anno. Con il tempo, padre e figlio aggiungono nuove casette e dettagli, e la scenografia inizia a espandersi. La creatività si fonde con la tecnica, soprattutto nella scelta dei materiali, che devono resistere alle intemperie. Nel 2012, si unisce al progetto lo zio Fernando D’Amato, che, una volta in pensione, dedica il suo tempo a migliorare l’allestimento. Oggi, il suo contributo è diventato fondamentale: ha costruito ben 54 casette, un castello, una montagna e una cascata con acqua corrente. 

Philippe Versienti

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