Politica | 26 dicembre 2024, 14:54

Carceri, il Partito Radicale in visita al Lorusso e Cutugno: "La situazione del penitenziario torinese resta molto grave"

Sovrafollamento, problemi di gestione e sicurezza: questi i problemi emersi durante il sopralluogo della delegazione

Carceri, il Partito Radicale in visita al Lorusso e Cutugno: "La situazione del penitenziario torinese resta molto grave"

Si è svolta oggi la visita della delegazione del Partito Radicale al carcere Lorusso e Cutugno di Torino nell'ambito dell'iniziativa "Natale in carcere" promossa nei penitenziari di tutta Italia.

La delegazione era composta da Mario Barbaro (componente della Segreteria del Partito Radicale), Roberto Capra (Presidente della Camera Penale del Piemonte e della Valle d'Aosta), Claudio Desirò (segretario di Italia Liberale e Popolare) e on. Alberto Nigra (già parlamentare). Alla visita ha preso parte anche il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano.

Persistono le condizioni difficili del penitenziario gravato dal sovraffollamento (1421 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di circa mille). Tale problematica ne genera altre di carattere gestionale e di assistenza sanitaria (e non soltanto) all'interno del penitenziario. Resta la carenza di educatori (non saturati i 18 previsti da pianta organica) che contribuisce a rendere molto più difficile il reinserimento del detenuto nella collettività. In generale risulta molto critica la gestione dei detenuti con patologie psichiatriche, specie alla sezione femminile dove non è prevista una sezione apposita per le detenute affette da tali disturbi.

Tutto il peso delle mancanze del sistema grava sugli operatori di polizia Penitenziaria (personale pesantemente sotto organico, circa 700 unità sulle 900 previste) e su chi nel carcere presta il proprio servizio a vario titolo.

redazione

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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