/ Cultura e spettacoli

Cultura e spettacoli | 24 dicembre 2024, 07:40

Quintorigo, la reunion dopo 25 anni fa tappa all'Hiroshima: "Ci piacerebbe collaborare un giorno con i Subsonica"

Venerdì 27 dicembre con il concerto revival per celebrare i loro grandi successi come Rospo: "Il Festival di Sanremo? Non penso ci rivorrebbe, ma da parte nostra nessun veto"

Quintorigo, la reunion dopo 25 anni fa tappa all'Hiroshima: "Ci piacerebbe collaborare un giorno con i Subsonica"


Quintorigo tornano a esibirsi insieme dopo 25 anni a Torino e lo fanno venerdì 27 dicembre alle ore 21.30 all’Hiroshima Mon Amour. Una reunion che ha animato i fan di vecchia data, ma anche quelli nuovi. 

Abbiamo intervistato John De Leo e Valentino Bianchi per farci raccontare com'è nata questa nuova collaborazione e cosa li aspetta nel prossimo futuro.  

Cosa rappresenta questa Reunion dei Quintorigo? 

J: “Per me significa ritrovare i compagni di viaggio di tanti anni fa, proporre ai fan della prima ora, ai ragazzi delle nuove generazioni e di neo curiosi delle piccole composizioni che sono state concepite e arrangiate con molta meticolosità, riscoprendo che dopo tanta fatica che facemmo ancora funzionano”. 

V: “Era nell’aria da un po’ di tempo questo ritorno, sono passati 20 anni dal nostro divorzio per così dire, ma negli ultimi anni c’è stato un riavvicinamento da entrambe le parti. La casa discografica che ha pubblicato i nostri primi tre dischi ci ha chiesto di poter ristampare le opere per l’anniversario e ci ha proposto di fare un tour. Non sappiamo per quanto tempo ci sarà questo riavvicinamento, probabilmente ci saranno altri risvolti creativi anche perché ci sta prendendo bene anche a livello umano non solo artistico, ci siamo riscoperti con più saggezza”.

Sono passati 25 anni da Rospo, oggi che valore ha per voi quella canzone? 

J: “Quella canzone fu scritta per il festivalone in Liguria, ci ha dato quella popolarità che oggi ci permette di esercitare il nostro mestiere, però è importante quanto tutte le altre. Non c’è un brano che sia stato concepito come riempitivo di un album o che sia stato tirato via per delle scadenze di lavoro. Ci si è dedicati con lo stesso amore su ogni nota, di ogni brano, su ogni parola”.

V: “Ci siamo interrogati su questo, se avesse senso riproporre un’opera così vecchia, non solo la canzone ma tutto l’album. Abbiamo concluso risuonandola che si trattava di un’opera di spessore perché tutto il disco lo era, era concepito con estrema meticolosità. Ricordiamo gli scontri che sono nati per partorire questo figlio. Scontrarsi è servito a produrre un’opera sempre bella, quasi un classico. Riproporla oggi non cambia, perché noi siamo rimasti fedeli al nostro approccio che è molto aperto e sperimentale. Il panorama musicale è ancora peggiore di quello di 25 anni fa. Lo dico con la morte nel cuore, la bella musica c’è, ma devi andare a cercarla nei piccoli club, nei grandi network circola roba scadente. Rospo, è testo onesto e di rottura e di denuncia ironica nei confronti della tv e dei media”. 

Parlando del Festival di Sanremo, cosa è cambiato da quella prima volta su quel palco? Ci tornereste? 

J: “Non credo che il Festival ci voglia, se mai ci volesse bisognerebbe parlarne, ben venga la discussione. Non ho bene idea di cosa sia cambiato perché non l’ho mai visto per intero, né prima né dopo”. 

V: “Andarci adesso credo che sarebbe molto più difficile, ma da parte nostra non ci sarebbe il veto, anzi. Ci sarebbe la volontà purché si rispettino le nostre condizioni: poter portare un pezzo come vogliamo noi, senza gossip, senza costume e senza ideologie perverse”.

La vostra musica come è cambiata da quando avete iniziato? 

J: “Oggi come oggi riproponiamo un revival, non ci siamo più incontrati, ognuno ha fatto cose diverse, la nostra musica insieme però non so quale potrebbe essere”. 

V: “Ciascuno di noi ha fatto un percorso durante il quale abbiamo continuato a fare ricerca. Abbiamo fatto collaborazioni che ci possono essere utili per scrivere qualcosa di nuovo. Forse siamo un po’ più maturi come esecutori. Quello che non è cambiato è il nostro approccio curioso, contaminato e aperto a 360 gradi. Probabilmente dovesse nascere qualcosa sarà sulla scia dei primi tre album, ma magari ancora più interessante”.  

Dopo questo ritorno sulle scene qual è il vostro prossimo progetto? 

J: “Ero in procinto di fare un mio disco. Non nego che a cavallo di questa ricorrenza che ci ha poi ci ha fatto rincontrare, stavo meditando di coinvolgere i miei amici, 'Quattroquinti'”. 

V: “Ci siamo ritrovati da poco, senza pensare troppo al futuro. Ci siamo detti: ok facciamo questo tour, che avrà un seguito, rieduchiamoci a stare insieme e poi si vedrà”.

Parliamo infine della città che vi ospiterà venerdì, Torino, ci sono artisti locali con cui vi piacerebbe lavorare? 

J: “Non mi dispiacerebbe incontrare i Subsonica. Poi vorrei ricordare che comunque ho tanti amici di Torino musicisti con cui ho lavorato tra cui Gianluca Petrella e Furio Di Castri”. 

V: “Senz’altro i Subsonica. Ce li ricordiamo quando eravamo agli albori. Certo loro hanno una carriera più popolare, ma era una band interessante, così come i Bluvertigo, con quel rock alternativo che ha lasciato un segno che rispettiamo. Torino è una grande città a cui siamo molto affezionati, abbiamo ricordi bellissimi con un pubblico numeroso, colto attento e divertito”.   

Chiara Gallo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium