Cronaca - 19 dicembre 2024, 16:06

Studenti sotto la sede di EDISU: "Il diritto allo studio è in allarme rosso"

Lo stato di agitazione di Cambiare Rotta si è concluso con un presidio. Dalla Regione sbloccati 11 milioni per le borse di studio: "Un contentino"

Nuova protesta degli studenti universitari contro Edisu Piemonte

Si è concluso con la giornata di oggi, giovedì 19 dicembre, lo stato di agitazione di Cambiare Rotta, con un presidio davanti alla sede di EDISU Piemonte, in via Madama Cristina. 

Un gruppo di manifestanti si è riunito davanti all'ingresso con striscioni e pacchi regalo simbolici portati all'ente regionale per il diritto allo studio universitario. 

Lunedì la protesta di fronte a Palazzo Lascaris

Nei giorni scorsi gli studenti avevano presidiato l'ingresso di Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale. 

Le richieste avanzate riguardano la tutela del diritto allo studio che, a loro dire, è in "allarme rosso". Particolare attenzione è stata rivolta al tema delle borse di studio. Notizia di ieri è l'intervento di 11 milioni della Regione, per pagare le prime. Per Cambiare Rotta su tratta di un "contentino" in quanto "siamo quasi alla fine del semestre e gli studenti non riescono a pagare l'affitto. Vogliamo tutte le borse immediatamente".

"Dalla Regione solo un contentino con le borse"

Anche oggi prese di mira le Universiadi. "818 studenti saranno sfrattati per far posto agli atleti in piena sessione invernale" oltre alla chiusura della mensa Olimpia. Proprio davanti alla mensa ieri, mercoledì 18 dicembre, è stata organizzata un'iniziativa con la distribuzione di pasta al prezzo simbolico di un euro. 

Sulle grate di Edisu sono stati appesi dei cartelli, con riferimento alla Manovra in approvazione, dove si chiedono "Minimo 10 miliardi per Università e Ricerca". Presa di posizione contro gli Stati Generali sui temi universitari partiti oggi alla Camera dei Deputati.

"Solo tagli, per finanziare guerra e precarietà"

Per i presenti oggi sotto EDISU si attueranno "tagli", politiche per finanziare "guerra e precarietà".