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Cronaca | 17 dicembre 2024, 13:27

Smantellata la rete che adescava i minorenni attraverso le piattaforme di giochi online

All'indagine dei carabinieri di Viterbo hanno contribuito anche i militari dell'Arma di Torino: quattro le persone arrestate

Smantellata la rete che adescava i minorenni attraverso le piattaforme di giochi online

Smantellata la rete che adescava i minorenni attraverso le piattaforme di giochi online

Dalle prime ore della mattina odierna, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Viterbo, Ferrara, Napoli e Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 soggetti responsabili di aver adescato una ragazza minorenne, appena tredicenne, attraverso una piattaforma di giochi online.

Le indagini sono scaturite dalla denuncia della madre che si è accorta che la figlia intratteneva alcune chat molto spinte con un ragazzo molto più grande. Gli accertamenti svolti dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Viterbo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, hanno permesso di delineare una situazione gravissima e preoccupante.

L’aguzzino ha avvicinato la ragazzina attraverso un’applicazione di gioco online (Roblox) e, una volta carpita la sua fiducia, piano piano l’ha indotta a scaricare ulteriori App di incontri e di messaggistica quali Whatsapp, Telegram, nonché alcune chat criptate.

La situazione ha preso una piega ancora più grave nel momento in cui, ulteriori accertamenti svolti sugli account della giovane e sul suo smartphone, hanno consentito di scoprire che non vi era un solo aguzzino. Infatti, la giovane ha avuto contatti anche con altri tre uomini che, con le medesime modalità, l’hanno inizialmente circuita fingendosi suoi coetanei e, successivamente, costretta a realizzare foto e video pedopornografici, spingendola anche a mostrarsi in rapporti sessuali in videochat che, dal punto di vista giuridico, configurano una vera e propria violenza sessuale aggravata.

I primi contatti sono avvenuti maggiormente sull’App Roblox o, comunque, su App di giochi online comunemente frequentate da minori, grazie alle quali gli indagati hanno carpito la fiducia della ragazzina anche fingendosi a loro volta minorenni.

Dopo gli iniziali contatti, il contenuto dei messaggi è mutato verso argomenti di tipo sessuali ed è cambiato anche il canale di comunicazione, prediligendo applicazioni di incontri online tra le quali Connected e Boo e raccomandando di mantenere il segreto con i propri genitori.

La ragazzina è stata costretta a rapporti sessuali in video-chat, anche in orario notturno, che si concludevano solo una volta soddisfatte le parafilie dell’adulto di turno che, in qualche occasione, si è spinto anche a chiedere il coinvolgimento dei fratellini più piccoli della giovane.

La terribile situazione in cui è rimasta coinvolta ha fatto cadere in un profondo stato di prostrazione la ragazza che, ogni qualvolta ha provato ad opporsi alle terribili richieste, è stata minacciata dagli aguzzini di divulgare ai suoi amici il materiale scabroso e di svelare i suoi comportamenti sessuali che, nonostante la costrizione, era stata indotta a credere che fossero frutto della sua volontà.

Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.

redazione

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