Il buon vivere non è, quest’anno, di casa in Piemonte secondo Il Sole 24 Ore. Il prossimo anno, chissà. Ma, stando alla lista annualmente stilata dal quotidiano di Confindustria sulla qualità della vita, nessuna delle realtà territoriali piemontesi entra in top 10. Ma nemmeno in top 20 o in top 30. Questo nonostante la prestazione valutata dalla testata economica è migliorata per diverse aree della nostra regione.
Bergamo su tutte
Nell’edizione 2024 tra le prime tre si trovano Bergamo, poi Trento e a seguire Bolzano. Quel ceppo lombardo-trentino che, di fatto, sta sempre nei piani alti di queste classifiche. Seguono nelle prime dieci Monza e Brianza, Cremona, Udine, Verona, Vicenza, Bologna e Ascoli Piceno.
A parte quest’ultima e con l’eccezione bolognese, tutte realtà del Nord e non metropolitane.
Tutte giù per terra
Per trovare la prima piemontese bisogna scendere al 32° posto dove a sorpresa c’è Novara con dieci posti guadagnati rispetto alla scorsa edizione. Segue Cuneo (37° posto e due scalini saliti), poi Asti (49°, sei posizioni in più del 2023) e Biella (50°, migliora di due posizioni).
Capitombolo per Torino che perde 22 posizioni e finisce al 58° posto. Dietro il capoluogo c’è poi il VCO (60°, sette posizioni perse), Vercelli (63°, anche qui giù di sette) e infine Alessandria (64° nonostante le sei posizioni recuperate).
Torino male anche tra le big
Torino non brilla nemmeno tra le big city d’Italia ed è fanalino di coda tra le metropoli del Nord. Davanti ha Bologna (9° posto), Milano (12°), Firenze (36°) e Genova (54°). Appena dietro a Torino c’è Roma (59° posto), Bari (65°), Catania (83°), Palermo (100°) e infine Napoli (106°), quest’ultima maglia nera di questa classifica, superata quest’anno in negativo solo da Reggio Calabria.
Come spiega Il Sole 24 Ore la classifica è stilata come semplice "media delle medie” di un pacchetto di 90 indicatori statistici.
Le critiche della politica
“L’annuale classifica del Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita certifica, per Torino, un disastro annunciato: 22 posizioni perse rispetto a un anno fa, addirittura 101esima posizione (su 107 totali) in tema di giustizia e sicurezza. E’ una bocciatura senza appello, l’ennesimo schiaffo per chi ancora sostiene che la questione sicurezza non sia un’emergenza del capoluogo piemontese”, commenta Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia.
Severo anche Andrea Russi, capogruppo in Comune del Movimento Cinque Stelle: "Quando il Sindaco Lo Russo è arrivato, Torino era tra il 33° (2019, 2021) e il 21° posto (2020) nella classifica della qualità della vita. Ora, grazie alle sue illuminanti politiche, siamo scivolati con eleganza al 58° posto. A quando l’ambizioso obiettivo del 100°? Conquistare questo traguardo non è stato semplice: aumento di tutte le tasse, aumento delle strisce blu, trasporto pubblico sensibilmente peggiorato, verde pubblico massacrato, imprese che chiudono. Peccato che non siano di nuovo riusciti ad installare la Ruota Panoramica, altrimenti sarebbe tutta un'altra storia".
“I sondaggi sono uno strumento da cui certamente possiamo sempre trarre spunti di riflessione per migliorare l’azione amministrativa. La riflessione sulla qualità della vita della città metropolitana di Torino, comparandola con le altre province italiane a cui l’indagine pubblicata fa riferimento, comprende un vasto territorio, il più ampio d’Italia per estensione territoriale", ha sottolineato il sindaco Stefano Lo Russo. "In questo quadro generale, la Città di Torino e i suoi circa 850.000 abitanti, stanno attraversando una stagione di investimenti che non si vedeva da decenni, con 2,6 miliardi di fondi europei investiti in cantieri che cambieranno il volto del territorio nei prossimi anni”.