Eventi - 13 dicembre 2024, 14:00

"Gambe Frèide": un romanzo breve di Barbara Di Dodo, edito da Baima e Ronchetti

Tre personaggi in cerca di giustizia, sullo sfondo una Torino post-industriale.

«Gambe Frèide» di Barbara Di Dodo è un titolo suggestivo ed è al tempo stesso la storia di un enigma da risolvere in cui tre personaggi, Matilde, Nicola e Luciana, si muovono tra drammi significativi e incombenti, senza escludere però momenti di comicità quotidiana. Sebbene non si conoscano direttamente, né le loro vite si siano mai incrociate prima, le tre storie finiscono per interagire come in un film attraverso colpi di scena inattesi.

La narrazione è coinvolgente per come riesce a descrivere stati d'animo delicati e commoventi, ma soprattutto condizioni legate a malattie professionali, con connesse angosce e tribolazioni, in un contesto in cui alla piaga degli incidenti sul lavoro si collegano abusi di potere, fenomeni di corruzione e di imprenditoria scorretta e irresponsabile.

Il libro è una storia positiva, di ricerca di riscatto, con un esito finale che apre alla speranza in un futuro più giusto.

«Gambe Frèide» è comparso nelle librerie torinesi praticamente a un anno di distanza dalla scomparsa dell’autrice, avvenuta il 9 ottobre 2023. La raccolta di questo e altri suoi scritti è un gesto di affetto e di amore da parte delle persone che le hanno voluto bene, per la sua grande umanità e dolcezza. Rendere accessibile ad altri, rendere patrimonio comune, la sensibilità presente nel suo narrare per le tematiche ambientali e di giustizia sociale, è un semplice atto dovuto.

L’autrice Barbara Di Dodo, nata a Torino il 18 settembre 1960, ha vissuto e lavorato come insegnante di lingua inglese in varie scuole secondarie superiori. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Torino, a lei, in ferrea collaborazione con la sua grande amica Carla Mantelli, si deve la traduzione de Il mio complesso di Edipo e altri racconti, dello scrittore irlandese Frank O’Connor, pubblicato da Sellerio nel 1992.

Barbara Di Dido era tra i partecipi della manifestazione a sostegno della sanità pubblica, svoltasi a Torino il 27 maggio 2023. La percorse per intero, nei due sensi, con evidenti segni di stanchezza, pochi giorni prima di scoprire che cosa stava minando il suo organismo. Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 2023 scriveva la sua ultima poesia sulla barella del pronto soccorso dell’ospedale Molinette di Torino e in data 7 settembre veniva trasferita presso l’Hospice della FARO in Strada S.Vito, dove si è spenta il 9 ottobre successivo.

Una parte del ricavato delle vendite andrà proprio a beneficio della Fondazione FARO.

A cogliere l’eredità di quella che è stata da loro definita «la nostra scrittrice» si distingue oggi un nucleo di donne che si riunisce periodicamente sin dal 1982. Si tratta di un gruppo aggregatosi all’Università di Torino sotto la guida di una docente, Anna Chiarloni (che di «Gambe Frèide» ha redatto la prefazione), per lavorare e studiare sui temi della narrativa delle donne. Esperienza nata con le cosiddette 150 ore. Veniva identificato con quel termine uno strumento contrattuale che consentiva la fruizione di permessi retribuiti durante l’orario di lavoro per frequentare corsi di studio. Risultò utile all’intero paese in quanto consentì a lavoratrici e lavoratori di tornare a studiare e di accedere così a vari livelli d’istruzione (dalla scuola dell’obbligo all’ambito universitario), al fine di migliorare il livello di scolarità generale e il bagaglio culturale personale dei singoli. Alcune radici risalgono all‘aprile 1975, allorché l’Intercategoriale delle donne delegate CGIL-CISL-UIL Torino si ritrovò a promuovere, negli anni a seguire, corsi 150 ore monografici su tematiche di genere.

La pubblicazione del libro, oltre a essere il parto di una mente fertile, con una capacità di scrittura gradevole e con forti contenuti di solidarietà umana e sociale, per certi versi è anche il segno di un’amicizia nata durante il corso e durata per oltre 40 anni su temi che coinvolgono le donne (e non solo le donne). Dal racconto emerge una sensibilità verso chi attraversa percorsi di sofferenza di varia natura: l'aver perso una persona cara, l'essere in ansia e in attesa del responso di esami medici, con ricadute e conseguenze in conflitti familiari e generazionali. Il tutto correlato al tema purtroppo sempre attuale delle malattie professionali e degli incidenti sul lavoro.

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I.P.