“Torna da me, un momento solo
capirò tutto e allora saprò
che questo distacco non è per sempre”
Mariella Cerutti Marocco legge la sua poesia intitolata Dedica dall’elegante salotto del suo appartamento che dà su piazza Solferino, dove ha vissuto con le sue due figlie e suo marito, il notaio Antonio Marocco.
“Torino è una città che ho amato molto - racconta la poetessa - che ho stimato e in cui ho conosciuto mio marito. Soffro nel vederla in preda a problemi che la stanno in qualche modo si disfando. Mi amareggia molto perché ho conosciuto un’altra Torino. Oggi deve cercare un’altra vocazione, è finita una certa Torino che io ho vissuto, degli splendori e della notorietà, ma ho speranza che rinasca attraverso altro. Sento il bisogno di dire che la città si deve rinnovare”.
Una vita intensa quella vissuta da Mariella, nello stesso salotto in cui oggi accoglie i giornalisti per presentare il suo ultimo libro, ha visto passare politici, industriali, persino membri della Royal Family inglese, ma anche e soprattutto intellettuali e poeti. Sì perché, ciò che ha sempre fatto parte della sua esistenza è la poesia. Ispirata tra gli altri da Charles Baudelaire, Emily Dickinson, Cristina Campo e Giovanni Raboni, ha pubblicato il primo volume con Mondadori nel 2003, Nuvole di nulla, poi alle poesie si è aggiunta una raccolta di racconti, Il dono inatteso, e un romanzo, Fratelli allo specchio. Oggi presenta un corpus di poesie, pubblicate e inedite, suddivise per tematiche a cura di Interno Poesia Editore.
“Questo libro è una sorta di auto antologia - spiega il curatore Antonio Riccardi -. Nelle sue poesie c’è sempre una sottile inquietudine anche in testi legati al quotidiano”.
“L’inquietudine fa parte di me - conferma Mariella Marocco -non mi ha mai lasciato. Il matrimonio con mio marito l’aveva placata un po’, ma non mi ha mai lasciato così come non mi ha mai lasciato la ricerca di me stessa”.
Inquietudine, morte, ma anche amore nelle sue poesie, come quella dedicata a suo marito dal titolo, Bianco.
“Lui non ha mai espresso giudizi sulla mia poesia. Ascoltava e mi diceva, ‘tu vai avanti’, forse già pensava che avrei dovuto andare avanti senza di lui”. Dedicata al marito è anche la poesia scritta sul retro della copertina della raccolta di poesie. “L’ho scritta a Cetona, in Toscana, dove abbiamo creato il Premio Cetona Verde Poesia. Lì posso stare in solitudine ed è nella solitudine che si è vicini alla poesia”.
A guidare la penna di Mariella Marocco è il sentimento, quel movimento interiore che la porta a mettere nero su bianco i propri versi. “Per me è importante scrivere il mio sentito, senza cercare né la comprensione assoluta né l’approvazione, ma scrivere ciò che in quel momento provo. La poesia ti obbliga ad andare nel profondo e poi a tirare fuori ciò che tu vedi e metterlo sul foglio. Non ti preoccupi di essere capito. Non pensi agli altri”.