"Le associazioni del neo costituito Comitato per la non autosufficienza, nell’audizione svoltasi oggi in quarta commissione consiliare regionale, hanno lanciato un vero e proprio allarme sociale:
- quasi 15.000 persone non autosufficienti sono in lista d’attesa per un progetto residenziale o domiciliare
- discrezionalità nelle valutazioni redatte dalle unità di valutazione delle ASL (così non emerge con chiarezza io reale fabbisogno)
- adozione di criteri economico sociali (ISEE) per prestazioni LEA, che per legge non dovrebbero essere soggette ai LEA
- delibere regionali ferme a dieci anni fa, che non tengono conto dell’evoluzione demografica, con 1.124.190 persone ultra sessantacinquenni (dato 2022)
- RSA con modelli di cura ed assistenza ormai inadeguati a persone molto malate
- risorse insufficienti per le convenzioni nelle strutture residenziali
I 18 milioni di aumento sulle quote sanitarie avrebbero potuto garantire un migliaio di nuovi inserimenti, questo aumento invece non ha portato a nessuna ricaduta apprezzata dalle famiglie. D'altro canto, gli adeguamenti contrattuali del comparto sociale si tradurranno in una riduzione dei nuovi inserimenti, insistendo sul medesimo plafond.
L’insufficienza di interventi di sostegno alla non autosufficienza sta producendo effetti drammatici sulle persone non autosufficienti e sulle loro famiglie: dall’impoverimento dei nuclei familiari che devono farsi carico degli assistenti familiari o dei posti letto nelle RSA, alle gravi problematiche che colpiscono le dinamiche familiari quando l'impegno di assistenza diventa insostenibile, con la rinuncia alla dimensione lavorativa per chi non può fare a meno di assistere, ma non può usufruire dei congedi retribuiti, fino ai gravissimi rischi di solitudine e abbandono per i malati che non dispongono di solide relazioni sociali.
Le cure rivolte alle persone non autosufficienti, croniche, psichiatriche e con malattie neurodegenerative rappresentano la nuova frontiera delle politiche sociali, ma soprattutto della sanità italiana.
Chiediamo alla Giunta Cirio di:
- - coinvolgere queste associazioni nella redazione del nuovo Piano socio sanitario;
- - aumentare e rendere obbligatoria la spesa sanitaria annuale regionale per convenzioni in strutture residenziali, al fine di aumentare il numero di posti letto in convenzione e far fronte agli aumenti retributivi delle cooperative; innalzare la quota sanitaria delle rette (oltre il 50%);
- - rivedere e omogeneizzare i criteri sociali di accesso ai posti letto in convenzione;
- - formare ed assumere più medici, infermieri, educatori ed assistenti sociali da destinare alle politiche sociosanitarie per queste persone;
- - finanziare con fondi sanitari anche le prestazioni domiciliari di assistenza tutelare professionale della persona (esempio cura ed igiene della persona), e non solo quelle residenziali (vedasi LR 10/2010);
- - rivedere il modello di cura residenziale e aggiornare gli standards di cura (minutaggi ecc). Le Dgr 45/2012 e Dgr 85/2013 prevedono standards ormai superati e non adatti alle persone non autosufficienti, che stanno ricevendo cure insufficienti;
- - rivedere l’appalto regionale sui pannoloni che ha peggiorato la qualità generando spese aggiuntive per le famiglie;
- - superare la logica estemporanea dei bonus per garantire un diritto universale, stabile ed esigibile per tutte le persone non autosufficienti".
Lo spiegano Monica Canalis e Daniele Valle, consiglieri regionali PD.