Economia e lavoro - 09 dicembre 2024, 13:10

Trofarello, la Tintolav passa di mano: a prendere il controllo sono i novaresi del Gruppo Mirato

La società con sede a Landiona (marchi Malizia, Intesa e non solo) ha preso il 55% delle quote: cambia il management, al vertice l'ex presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli

Passa di mano la maggioranza della Tintolav di Trofarello

Da oggi Trofarello è molto più vicina a Novara. Merito dell'operazione che ha portato la Tintolav, azienza storica torinese specializzata in prodotti tecnici per lavanderia e superfici, sotto il controllo dei novaresi del Gruppo Mirato. Un legame che va a rafforzare una presenza che ha visto gli acquirenti del 55% delle quote già protagonisti del mondo della bellezza e della cura personale con marchi storici come Malizia, Splend'Or, Intesa, Geomar, Clinians e I Provenzali. 

Tintolav continuerà ad operare come società autonoma, mantenendo una propria rete di vendita: il 45% rimarrà a Stefano e Luca Pulido che rimangono operativi in azienda. Ma cambierà il management: il cda, infatti, avrà nel ruolo di presidente Fabio Ravanelli, già presidente di Confindustria Piemonte in un recente passato. Stefano Pulido sarà vicepresidente e amministratore delegato, con particolare riferimento al canale professionale, Alberto Pollini ricopre la carica di ad con particolare riferimento al canale del mercato di massa. 

"Un'acquisizione come questa segna una nuova fase per il Gruppo Mirato. Crediamo fortemente nella crescita di Tintolav e nell’integrazione di competenze, tradizione e innovazione, consolidando la nostra leadership nel mercato in cui operiamo allargando le categorie presidiate ed i canali di vendita creando sinergie che possano generare valore per entrambe le realtà”, afferma Ravanelli. 

Nel 2023 Tintolav ha registrato ricavi pari a 18,3 milioni di euro, con una previsione di crescita per il 2024 che punta a raggiungere i 19,8 milioni di euro. Dal punto di vista geografico, il 68% del fatturato è stato generato in Italia, mentre il restante 32% proviene dalle esportazioni.