Politica - 06 dicembre 2024, 15:52

Pinerolo e Pramollo piangono l’uomo “sposato con la politica”

L’ex presidente della Provincia e assessore regionale alla Sanità Eugenio Maccari è scomparso ieri sera

Eugenio Maccari

Al suo funerale vuole il Boléro di Ravel, simbolo della sua visione gioiosa della vita e della mancanza di paura della morte. Il pinerolese Eugenio Maccari, 86 anni, si è spento ieri sera dopo una malattia che lo tormentava da tempo. Single e senza figli, “era sposato con la politica”, come rivela la nipote Luisa, che si è presa cura di lui in questi anni. Luisa è farmacista e figlia di Giovanni, da cui ha ereditato la professione a San Lazzaro, che è scomparso 3 anni fa, alla vigilia di Natale.

Maccari è stato prima sindaco di Pramollo, per diversi mandati, a partire dal 1963. Per questa ragione, 60 anni dopo, lo scorso 30 maggio 2023, gli è stata conferita la cittadinanza onoraria del paesino della Val Chisone. La sua carriera politica però, si è spinta molto più in là, con una parabola dal movimento federalista europeo, ai Radicali, fino al Psi. Fu membro della Giunta dell’Uncem, presidente della Comunità montana delle Valli Chisone e Germanasca e dal 1980 al 1985 fu presidente della provincia. Nel 1985 fu eletto per la prima volta consigliere regionale e divenne prima assessore all’Ambiente e poi alla Sanità. Riconfermato nel 1990, dovette lasciare i suoi incarichi tre anni dopo, travolto dalle inchieste di Tangentopoli.

“Lui sperava di uscire diversamente dalla politica, a cui aveva sacrificato la possibilità di farsi una famiglia – rivela Luisa –. In una lettera diceva che lui era morto nel 1993 e che, da quella data in poi, si trovava in uno spazio vuoto in attesa della morte”.

Ma il suo impegno sociale è continuato negli anni, fino a portarlo all’adesione all’associazione Luca Coscioni, che promuove la libertà di ricerca e l’autodeterminazione individuale nel fine vita.

Dietro all’amministratore e al politico c’era un uomo eclettico e attivo: “Ha venduto giochi e panchine per parchi gioco, collaborando con un fabbro della zona; biancheria per corrispondenza, negli anni Novanta, quando ancora non esisteva Internet – elenca la nipote –. E anche dei souvenir e dei gadget di quelli che si trovano negli aeroporti, tra cui una serie dedicata alla Sindone”.

Per Luisa, oltre a “uno zio stupendo”, è stato un secondo padre e per suo figlio Gabriele un secondo nonno materno. Mentre Giovanni era austero e quadrato, Eugenio era “divertente e accumulatore seriale: a casa sua potevi trovare di tutto dai vecchi libri al trapano a colonna, passando per i tappa bottiglie”. Sin da piccola la nipote ha vissuto diverse esperienze con lui: “Mi ha portava ai festival come quello dell’Avanti, ma siamo anche andati a mangiare al primo ristorante cinese che ha aperto a Torino e al Regio a vedere il Boléro di Ravel, con Nureev”. Proprio il Bolèro è la colonna sonora che vuole al suo funerale, che si terrà lunedì 9 dicembre al tempio crematorio di Piscina alle 11,45. “Ha lasciato una serie di disposizioni per quando sarebbe mancato. Vorrebbe le sue ceneri disperse tra il Gran Truc e Pramollo – conclude Luisa –. Mentre a noi famigliari ha chiesto di non essere tristi e ricordarlo ogni giorno, guardando le montagne di Pramollo”.

Marco Bertello