Economia e lavoro - 06 dicembre 2024, 12:28

"Grande fatturato ma premio dimezzato": lavoratori Ikea domani in sciopero

La denuncia di Filcams Cgil e Uiltucs Uil di Torino, che organizzano un presidio dalle 9 alle 13 di fronte al punto vendita di Collegno

"Grande fatturato ma premio dimezzato": lavoratori Ikea domani in sciopero

"La pubblicità Ikea dice “Con poco, dai spazio ai tuoi sogni!”: per le lavoratrici ed i lavoratori IKEA è davvero troppo poco, a mala pena si sopravvive, altroché sognare!", denunciano FILCAMS CGIL e UILTUCS  UIL.

"Quest’anno per le lavoratrici ed i lavoratori Ikea è arrivata la doccia fredda, sarà un Natale magro, nonostante il fatturato del colosso svedese superi annualmente i 2 miliardi di Euro, per loro solo pochi spiccioli. Il Premio di partecipazione (PDP), previsto dal Contratto Integrativo Aziendale e che viene erogato a fine anno, quest’anno si è dimezzato rispetto agli anni scorsi: i parametri su cui questo premio viene calcolato sono indicati dall’azienda ma andrebbero monitorati costantemente insieme alle RSU del negozio, anche al fine di apportare eventuali correttivi in corso d’anno, mentre per tutto il 2024 le informazioni aziendali dicevano “state tranquilli, tutto va bene”, attaccano i sindacati.

"Quest’anno gli obiettivi (che sono sempre più alti e difficili da raggiungere) non sono stati tutti raggiunti con il risultato di avere un premio bassissimo: peccato che però spesso si perdano le vendite non certo per colpa dei lavoratori, ma, molto spesso a causa della merce messa in promozione sul volantino che non arriva in negozio. I lavoratori vivono dunque una doppia frustrazione: i clienti si lamentano con loro perché non trovano quanto promesso dalla pubblicità ed alla fine le vendite mancate, a causa di responsabilità altrui, riducono il premio sempre più vicino allo zero! Il PDP in Ikea è particolarmente atteso a fine anno in quanto la maggioranza dei lavoratori lavora con il part time involontario ai quali oltretutto non viene data la possibilità di svolgere ore supplementari, ma viene altresì richiesta massima flessibilità: cambi di orari e turno repentini, spostamenti continui da un reparto all’altro con scarsa formazione e pochissimo preavviso, nessun passaggio a più ore a fronte invece dell’utilizzo di personale esterno con contratti atipici tra cui anche un discreto numero di stagisti e tirocinanti", prosegue la nota di FILCAMS CGIL  e UILTUCS  UIL. 

"Il clima all’interno del punto vendita di Collegno è sempre più teso anche a causa di scarse relazioni sindacali: le RSU del punto vendita, infatti, lamentano scarse informazioni e l’assoluta mancanza di un dialogo costruttivo con l’azienda. Alle domande e/o rivendicazioni poste all’azienda dalle rappresentanze unitarie del negozio spesso le risposte sono “non sappiamo, vi faremo sapere” e la risposta poi non arriva mai, oppure “non possiamo rispondere”. Inoltre, vi sono interi reparti, come quello dei Lavoratori in remoto che si occupano di consulenza e vendita on line, su cui le rappresentanze sindacali interne non possono intervenire, in quanto, per Ikea, fanno parte di un altro centro di costo (quale non ci è dato di sapere): MA QUESTI LAVORATORI CHI LI RAPPRESENTA? A CHI SI POSSONO RIVOLGERE SE GLI VENISSERO NEGATI DEI DIRITTI? DA IKEA NESSUNA RISPOSTA", aggiungono i sindacati.

"Stesso destino per i lavoratori dei nuovi piccoli punti vendita aperti nell’ultimo periodo, a Torino presso il Lingotto: si tratta di un punto vendita in cui sono stati trasferiti alcuni colleghi di Collegno ma che al Lingotto sembrano essere senza diritti e senza tutele sindacali! Lavoratori invisibili! Insomma, una “pessima IKEA”, che dalle pubblicità e dal loro sito fa trasparire di avere a cuore le persone, in primis i propri “collaboratori”, ma che nella realtà sembra sempre più occuparsi dei dividenti degli azionisti senza più alcuna etica né alcun rispetto per le lavoratrici ed i lavoratori che da anni garantiscono all’azienda i risultati economici miliardari mettendoci la faccia, la professionalità e l’impegno", concludono FILCAMS CGIL e UILTUCS  UIL. "È arrivato il momento di dire basta".

comunicato stampa