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Economia e lavoro | 05 dicembre 2024, 14:28

Un piano americano inquadra il dopo Tavares? "Torino guardi oltre, dove sono i produttori cinesi?"

Secondo il segretario generale della Cgil Piemonte Giorgio Ariaudo: “Non si può delegare a Stellantis la politica economica italiana. Chiunque produrrà in Italia deve scegliere il Piemonte per know-how, componentistica, ricerca e sviluppo"

Un piano americano inquadra il dopo Tavares? "Torino guardi oltre"

Un piano americano inquadra il dopo Tavares? "Torino guardi oltre"

"Le imprese non sono soggetti democratici, ma hanno una funzione gerarchica autoritaria. Ci va un Ceo che decida cosa si produce e dove si produce”. E l’uomo che verrà scelto per il dopo Tavares, secondo il segretario generale della Cgil Piemonte Giorgio Airaudo, anche se dovesse essere comunque un italiano, avrà comunque in testa un piano americano. 

La richiesta di incontrare John Elkann

“Tutti boatos”, secondo il segretario, i nomi fatti nelle ultime ore, nella successione a Carlos Tavares. Tra questi era comparso l’ex Cfo della Apple Luca Maestri, su cui però sarebbe arrivata una recente smentita di Stellantis

Intanto politica e sindacati chiedono di incontrare il traghettatore John Elkann prima del tavolo ministeriale del 17 dicembre con il titolare del Mise Adolfo Urso. Non si fa troppe illusioni Ariaudo. "Gli uomini che circondano Elkann sono tutti uomini scelti da Tavares. La loro linea era quella dei ristrutturatori e dei riduttori di costi. Bravissimi a far risparmiare il sistema, facendo guadagnare un mucchio di soldi agli azionisti”.

Il delta tra dividendi e cassa integrazione

Il riferimento è ai recenti articoli comparsi sugli organi di stampa che parlano di dividendi che avrebbero fatto guadagnare agli azionisti 16 miliardi di euro (stimati poco sopra i 2,5 miliardi per il maggiore azionista Exor, il cui Ceo è Elkann) dalla nascita del gruppo nato dalla fusione di Fca e Psa. A fronte di 13mila posti di lavoro persi e a circa 984 milioni erogati a titolo di cassa integrazione (di cui oltre 700 si è fatta carico Inps). 

"La cosa più importante non è cosa propone Stellantis che conosciamo e sappiamo essere non sufficiente per l’Italia - ha detto Ariaudo - L’Italia è nella panchina della squadra, i titolari sono in Nord America. I presidi più importanti in Europa stanno in Francia, in Spagna e in Germania. Noi facciamo quello che resta. Se si vuole cambiare questa deriva non si può dire solo a Stellantis ‘Dicci cosa fai’, bisogna dirgli cosa vogliamo che faccia e se non basta dobbiamo dirgli se abbiamo dei produttori da portare".

"Ombre cinesi o auto da produrre?"

"Il ministro Urso e la presidente Meloni tornando dalla Cina hanno detto che sarebbero arrivati dei produttori - continua il segretario piemontese della Cgil -  Erano ombre cinesi, o sono cinesi in carne ed ossa che portano auto da produrre? Dopo il 21 gennaio, con all’arrivo dei dazi che influenzeranno pesantemente sui mercati, occorre dire a chiunque voglia venire a produrre in Europa e in Italia, che le auto bisogna venirle a fare in Piemonte”.

"Qua c’è il know how - conclude - la componentistica, ci sono i centri di ricerca e sviluppo alcuni di questi, per inciso, da dieci anni utilizzati da due produttori cinesi che hanno scelto Torino. Un cosa è certa: non possiamo delegare a Stellantis la politica economica italiana. Il governo deve attuare un piano sull’automotive”.

"Senza  industria non c'è futuro per Torino"

Intanto domani, venerdì 6 dicembre, è prevista una tavola rotonda presso l'auditorium del Santo Volto in via Borgaro dal titolo "Senza  industria non c'è futuro per Torino", indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil, Fismic, Ugl Metalmeccanici e Aqcf Rappresentanza.

Previsti gli interventi del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, di tutti i segretari cittadini delle sigle metalmeccaniche, con la partecipazione Alessandro Svaluto Ferro della Diocesi di Torino. L'incontro sarà moderato da Massimiliano Sciullo, giornalista economico della nostra testata Torinoggi.it.

Daniele Caponnetto

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