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Attualità | 05 dicembre 2024, 16:42

Un'infiltrazione all’anno della mafia nell’economia del Piemonte: “Non siamo diversi dalla Calabria”

La Cgil organizza a Carmagnola, comune coinvolto dall’inchiesta Factotum, un convegno. Saranno presenti Landini, Don Ciotti e il procuratore Lucia Musti: “Occorre un’attenzione maggiore da parte della politica"

Un'infiltrazione all’anno della mafia nell’economia del Piemonte: “Non siamo diversi dalla Calabria”

Un'infiltrazione all’anno della mafia nell’economia del Piemonte: “Non siamo diversi dalla Calabria”

Si terrà il prossimo 11 dicembre a Carmagnola, dalle 9 alle 13, presso la Sala Polifunzionale, Piazza Antichi Bastioni l’incontro organizzato dalla Cgil “Le mafie in Piemonte: dalla conoscenza al contrasto per la libertà nel lavoro”. All’iniziativa è prevista la partecipazione del segretario Generale del sindacato Maurizio Landini, oltre a Don Luigi Ciotti e al Procuratore Generale Piemonte e Valle d'Aosta Lucia Musti

L'inchiesta Factotum sulla mafia

A dialogare sul tema delle infiltrazioni mafiosi in un territorio che è coinvolto dall’inchiesta “Factotum” con l’arresto del boss Franco D’Onofrio che ha permesso di sgominare un sodalizio di tipo mafioso che ha portato al fermo indiziario di sei persone.

"Nonostante le decine di inchieste della magistratura, che hanno scoperchiando la pervasività delle cosche nel nostro territorio, si assiste a una grave sottovalutazione del fenomeno sia nella politica che nella società civile - si legge in una nota diffusa dalla Cgil - Da sempre il sindacato denuncia gli effetti devastanti che l’infiltrazione mafiosa nell’economia produce sulla libera concorrenza e sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Oltre ai citati all’evento interverranno Ivana Gaveglio, Sindaca di Carmagnola, Federico Bellono, Segretario Generale CGIL Torino, Paolo Cosseddu, Vice Prefetto di Torino, Rocco Sciarrone, Docente Sociologia delle mafie  di Unito e Antonio Di Franco, Segretario Generale Fillea CGIL.

"Il Piemonte non è diverso dalla Calabria"

"Le mafie stanno inquinando le economie piemontesi - è il commento di Giorgio Ariaudo, segretario generale della Cgil Torino, che condurrà l’evento - lo fanno in un momento in cui il Piemonte è in crisi, in cui molte persone hanno bisogno di lavorare e non hanno sufficiente reddito, dove molti imprenditori sono in crisi e rischiano di essere ricattati dal sistema malavitoso che, al contrario, non ha problemi economici. Bisogna alzare la vigilanza. Chiediamo a tutte le istituzioni di mobilitarsi. Andiamo a Carmagnola perché questa comunità, sotto attacco, non vanno lasciate sole. In Piemonte le mafie non sono cresciute solo nell’edilizia, ma anche nella logistica, nell’igiene ambientale e nell’agricoltura. Abbiamo avuto la prima condanna di caporalato nel cuneese, prima legata alla raccolta della frutta e ora alle vigne. Ormai abbiamo un inquinamento dell’azione mafiosa in tutte le economie piemontesi. Il Piemonte non è diverso dalla Calabria, ci vuole la stessa reazione che hanno avuto i cittadini calabresi”.

Si parlerà anche del tema degli appalti, un aspetto dove la criminalità organizzata serpeggio e su cui molte inchieste stanno facendo luce. 

Le preoccupazioni legate al Pnrr

Le indagini riguardano tutte vicende che riguardano commesse pubbliche, grandi lavori stradali, ne arriveranno altri rispetto al Pnrr - spiega Federico Bellono, Segretario Generale CGIL Torino - Abbiamo preoccupazione rispetto a quanto successo, ma anche su quello che potrà succedere. Il salto di qualità a cui abbiamo assistito è il coinvolgimento anche di esponenti sindacali. Il fatto che non siano della Cgil non è consolante, dà l’idea di un sistema che è debole e quindi più facilmente infiltrabile. Nel settore edilizio è significativo il ruolo degli appalti e dei subappalti. Siamo di fronte a un peggioramento della legislazione a livello nazionale. Quello che possiamo fare è condividere protocolli che consentano di mettere un freno ai subappalti dove più facilmente si infiltrano le organizzazioni criminali, a Torino in modo particolare costituita dalla ’ndrangheta. Pensiamo che occorra un’attenzione maggiore per un coinvolgimento diretto da parte di tutti, cosa che al momento non stiamo vedendo. Anche per questo ci siamo messi a disposizione di tutte le istituzioni di più alto grado. Per lanciare l’allarme e dire che noi siamo a disposizione per una battaglia che riguardi in prima persona i lavoratori”.

Daniele Caponnetto

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