Cronaca - 05 dicembre 2024, 06:58

Medicina, studenti universitari in piazza contro la riforma Bernini: "Sanità e salute non negoziabili"

Appuntamento questo pomeriggio in piazza Castello, dove verrà realizzato un presidio: l'iniziativa è sostenuta da oltre 30 atenei italiani

Studenti in piazza contro la riforma Bernini: "Sanità e salute non negoziabili"

I Giovani Democratici di Torino, la lista studentesca Run Unito, sindacati e l'associazione Liberi Specializzandi dicono no alla riforma sulla facoltà di Medicina proposta dal ministro dell'Università Maria Bernini. L'appuntamento è per il tardo pomeriggio di oggi, giovedì 5 dicembre, dalle 18.30, in piazza Castello, dove al grido di "Sanità e salute non negoziabili" verrà realizzato un presidio. 

Nel mirino delle critiche ci sono i problemi legati alle disparità tra studenti. Infatti, l'accesso libero al primo semestre e lo sbarramento al secondo semestre basato sui risultati degli esami come proposto dalla riforma, secondo le contestazioni, danneggerebbe ancora di più il tema della qualità didattica, comporterebbe maggiore competizione tra studenti e un futuro incerto per il Sistema Sanitario Nazionale. 

"Con le associazioni studentesche stiamo collaborando per far sentire la nostra voce, oggi il governo ignora i reali problemi del Paese con riforme che dimostrano quanto siano lontani dai reali problemi che vivono gli studenti – ha detto il rappresentante dei Giovani Democratici di Torino Federico Raia – Non siamo contrari al cambiamento ma non vogliamo che venga portato avanti con la propaganda aumentando le disparità. Da ora intendiamo lavorare con le giunte locali per far si che diventino porta voce delle nostre battaglie, Torino e il Piemonte non possono stare in silenzio di fronte a riforme dannose e sbagliate".

"Domani in piazza Castello ci ritroveremo insieme ad altre liste studentesche, gruppi sindacali e gruppi politici, per dissentire nei confronti della riforma proposta dalla Ministra Bernini – ha spiegato il rappresentante della lista studentesca Universi.To Jacopo Tealdi – Abbiamo mandato un appello sottoscritto da altri atenei italiani rappresentanti, un appello in cui sono state enunciate le critiche alla riforma".

"Siamo qui per motivare la pericolosità di questa riforma che si propone due obiettivi: eliminare il test d'accesso a medicina e risolvere la carenza di professionisti sanitari – ha dichiarato il rappresentante in senato accademico della lista Universi.To Samuele ScagliolaCi sono sicuramente punti critici da risolvere ma le modalità con cui vengono affrontati sono sbagliate, c'è una mancanza di programmazione a lungo termine. La vera sfida oggi non è il numero di laureati ma la distribuzione di borse di specializzazione, bisogna riformare l'intero sistema non complicarlo".

Al fianco degli studenti si sono schierati anche i partiti, tra cui Azione e il Partito Democratico. In particolare i Dem hanno voluto sostenere l'iniziativa del presidio, sia all'interno del gruppo del consiglio regionale e sia all'interno del gruppo del comune.

"C'è difficoltà di reclutamento nel servizio sanitario nazionale e non troviamo gente disponibile ad occupare questi ruoli, un governo serio prevederebbe un aumento di risorse di personale e di percorsi e solo dopo amplierebbe i posti disponibili nelle realtà universitarie – ha commentato il consigliere regionale del PD Daniele ValleBisogna mettere prima in campo quello che serve per la formazione, perchè è giusto abbattere il numero chiuso ma è corretto farlo con gli strumenti e le condizioni adatte. Inoltre c'è un tema di retribuzioni e di organizzazione del lavoro che non possiamo più ignorare, questa cattiva organizzazione continua a creare lo spreco di competenze".

"Siamo contenti, come gruppo consiliare, di essere al fianco degli studenti – ha aggiunto il consiegliere comunale del PD Claudio Cerrato – Vedo un governo che non ha la capacità di visione ma che si concentra solo sull'immediato, e il caso della riforma Bernini ne è proprio un classico esempio".

In conclusione la contestazione oggi vede in prima linea gli studenti, i quali hanno anche scritto una lettera al ministro Bernini per chiedere un tavolo di confronto e il ritiro della riforma. Una lettera firmata e sostenuta da oltre 30 atenei italiani, ma che al momento non ha ancora trovato risposta.