Economia e lavoro | 04 dicembre 2024, 07:00

Per fare un'economia, ci vuole il legno: il Piemonte fattura 4 miliardi per un settore che punta su riciclo e territorio

Il punto è stato fatto in occasione del convegno annuale dell'Unione Industriali di Torino. Gay: "Una filiera regionale da 3500 imprese, che investe e si rende sostenibile"

cataste di legno

Il settore del legno resiste alla crisi e punta a un 2025 positivo

Il legno come bene rifugio. L'economia torinese trova nel settore che lavora uno dei materiali più tradizionali nella storia dell'uomo un motivo di ottimismo, anche in un periodo difficile come questo.



Lo dice l'ultima rilevazione di "Orizzonte Legno", il convegno che ogni anno - all'interno dell'Unione Industriali di Torino - fa il punto sul comparto. Le basi sono solide, gli ordini sembrano aprire a panorami confortanti anche nei primi mesi del 2025, ma rimane tuttavia una sensazione di precarietà. "Si naviga a vista", insomma. In un contesto di luci e ombre, però, stando all’analisi condotta tra le imprese dell’Unione Industriali di Torino, ci si aspetta un fatturato più o meno in linea, o in calo marginale, rispetto al 2023, anche se negli ultimi due mesi di quest’anno e soprattutto per i primi mesi del 2025 gli ordini sono in recupero.

 

Trenta imprese a Torino, 3500 in Piemonte

Sono oltre 30 le imprese (per più di 500 addetti) che fanno parte del sistema a livello torinese. “Nel 2023, in Italia, il settore del legno-arredo ha raggiunto un fatturato di 52,7 miliardi di euro, contribuendo per il 3,2% al PIL nazionale. In questo quadro, il Piemonte emerge come un territorio di riferimento per il comparto legno-arredo in Italia - ha detto il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Marco Gay -. La regione ospita circa 3.500 imprese attive nella filiera, che generano un fatturato annuo di oltre 4 miliardi di euro. Nonostante le difficoltà legate ai rincari delle materie prime e alle interruzioni logistiche, le aziende piemontesi hanno saputo investire in innovazione tecnologica e sostenibilità. In particolare, l’aumento dell’utilizzo di materie prime locali e l’adozione di processi di riciclo avanzati hanno rafforzato la competitività del settore, favorendo al contempo una transizione verso modelli produttivi più circolari e resilienti. Dati che ci raccontano di un comparto che non solo resiste, ma si evolve, pronto a cogliere nuove opportunità di crescita”.

 

"Spesso mi sono chiesto cosa rende il legno così versatile e capace di rispondere alle nostre abitudini, alle nostre esigenze e ai nostri desideri. La risposta, credo, risieda nell'eccezionale abilità rigenerativa della natura stessa, una forza che permette al legno di ritornare e prosperare anche in ambienti apparentemente compromessi. È quasi come se la natura avesse bisogno di ristabilire un equilibrio, riorganizzando il disordine che l'attività umana crea sul nostro pianeta”, ha commentato Matteo Mazzoni, presidente di Associazione Legno.

Massimiliano Sciullo

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