Economia e lavoro - 04 dicembre 2024, 08:27

L'allarme di Conflavoro: "Gli impieghi notturni rischiano l'estinzione, nessuno vuole più farli"

Sandro Susini, Direttore Centro Studi: "Mancano 150mila addetti, perdita di 11 miliardi sul PIL"

Sandro Susini, direttore del Centro Studi di Conflavoro

"Il portiere di notte" è il titolo di un film del 1974 diretto da Liliana Cavani che ha fatto la storia del cinema. Ma rischia di simboleggiare il racconto involontario di un mestiere in via di estinzione. Già, perché il lavoro notturno in Italia, pur essendo essenziale per il funzionamento di numerosi settori, sta diventando sempre più difficile da reperire: sono 150mila gli addetti che mancano e sono 11 i miliardi di Prodotto Interno Lordo che vengono generati in meno a causa di questo fenomeno. È l'allarme lanciato dal Centro Studi di Conflavoro diretto da Sandro Susini.

"La carenza di personale disposto a lavorare durante la notte ha implicazioni economiche e sociali significative, che vanno dalla riduzione della qualità dei servizi alla diminuzione della competitività delle industrie. Fra le mansioni notturne considerate meno ambite e meno attrattive dai lavoratori - spiega Susini - al primo posto troviamo gli infermieri e operatori sanitari (16%), seguiti dagli autisti di autobus e mezzi pubblici (13,5%) e dai vigilanti di sicurezza (11,5%). La nostra indagine attesta poi la carenza di cassieri addetti alla vendita nei supermercati delle aree di servizio (10,5%), di camerieri e baristi dei locali notturni (10%), di lavoratori turnisti delle aziende industriali (9%) e di facchini e magazzinieri della logistica (8,5%). Chiudono la classifica in ottava posizione gli autisti e spedizionieri (8%), in nona gli addetti alla pulizia (7%) e in decima i preposti ad attività ecologica (6%)".

Secondo il Centro Studi di Conflavoro, per affrontare questa crescente difficoltà nel trovare lavoratori disposti a lavorare di notte, sono necessarie soluzioni concrete. "In primo luogo è fondamentale migliorare le condizioni di lavoro, offrendo retribuzioni più elevate, orari più flessibili e maggiori incentivi. L'automatizzazione e l'uso delle tecnologie possono ridurre il carico fisico di alcuni lavori, rendendo più attraente il lavoro notturno. Inoltre - sottolinea Susini - investire nella formazione e in programmi di incentivazione potrebbe aiutare ad attrarre più lavoratori verso questi settori cruciali".

"La carenza di lavoratori disposti a lavorare di notte ha impatti significativi sia sull'economia che sulla società. Le soluzioni devono essere molteplici, e gli sforzi per migliorare le condizioni di lavoro e incentivare la partecipazione a questi settori sono fondamentali per garantire la crescita economica e la qualità dei servizi", conclude il direttore Susini.

comunicato stampa