Dopo Cristiano Ronaldo, Carlos Tavares: Torino non conserva buoni ricordi degli ultimi portoghesi di fama mondiale passati da qui e ripartiti in fretta e furia, lasciando dietro di sé strascichi di polemiche e difficoltà.
E alle prese con uno, il presidente John Elkann tra ispirazione dall'altro per andare in dribbling ed evitare - ancora una volta - il confronto con il Parlamento che chiede lumi sul destino del grande Gruppo automobilistico.
Ancora un rinvio
Già nelle scorse settimane, infatti, il numero uno di Stellantis aveva respinto l'ipotesi di un'audizione in Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. Il motivo? L'audizione di pochi giorni prima proprio con il manager lusitano protagonista. Questa volta, invece, il motivo del rinvio è un altro: Stellantis vuole infatti che prima si chiuda il tavolo dell'Auto attualmente aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy (incontro fissato per il 17 dicembre). Lo spiega Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. "Nella tarda serata di ieri ho avuto un colloquio telefonico (con John Elkann, ndr) in merito alla situazione del Gruppo in Italia dopo le dimissioni di Carlos Tavares. A fronte della mia rinnovata richiesta di audizione, ha ringraziato per l’attenzione che il Parlamento continua a riservare al settore automotive e a Stellantis, ma in questa fase ha tuttavia asserito di attendere la chiusura del tavolo di interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sarà possibile individuare un momento successivo di confronto istituzionale, come anche richiesto dalle mozioni presentate in Parlamento".
Palla a Imparato
Al tavolo il Gruppo automobilistico sarà rappresentato da Jean Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, che ha avuto da Elkann il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni.
Interlocuzioni che, manco a dirlo, riguardano il piano industriale che il Governo intende adottare (anche) per il settore automotive. Ma non è un segreto che in ballo ci sia anche il braccio di ferro che riguarda la cassa integrazione, con i vecchi ammortizzatori sociali che stanno ormai avviandosi a conclusione, se non saranno rifinanziati.
Salvini: "Spocchiosi, pessimo esempio di fare impresa"
Insomma, un gioco di nervi. Mosse tipiche più degli scacchi che dell'auto. Ma soprattutto un nuovo rinvio e una nuova attesa. Attesa che - per una volta - vede allineati i sindacati e il ministro dei Traporti, nonché vicepremier, Matteo Salvini. "Il comportamento dell'azienda, della proprietà e dei massimi vertici è stato arrogante, spocchioso. Hanno incassato miliardi di euro di denaro pubblico nel corso degli anni per chiudere fabbriche, per mettere in cassa integrazione gli operai, per aprire fabbriche all'estero. Penso sia uno degli esempi peggiori che si possa dare a un giovane che pensa di fare l'imprenditore", ha detto il leader del Carroccio. "Il problema non sono le dimissioni di Tavares, la vergognosa buonuscita che mi auguro sia una fake news, il problema è la gestione dell'azienda, il denaro pubblico incassato, i dividendi distribuiti, il guadagno per pochi privati e i debiti per i lavoratori e per lo Stato che si va a sommare a una politica demenziale dell'Europa sul solo elettrico di cui la stessa Stellantis è stata complice". E ha concluso: “Elkann sarebbe già dovuto venire in parlamento, sì, ma con un assegno, non a parole. Con un assegno che ricordi quanti miliardi di euro di denaro pubblico questa azienda ha incassato negli anni a fronte di quali risultati economici, quali chiusure, quali licenziamenti e cassa integrazione".
Tajani: "Investano, se hanno i soldi per la buonuscita di Tavares"
Stessa lunghezza d'onda anche per l'altro vicepremier, Antonio Tajani: "Faremo di tutto ciò che è possibile per sostenere gli italiani che stanno lavorando in Stellantis, che però dovrà investire di più, visto che ci sono tanti mezzi anche per pagare la buonuscita di Tavares".
“Stellantis smentisce le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares, che sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. Così, in una nota, un portavoce nega con forza l'ipotesi 100 milioni di euro di buonuscita per il manager portoghese circolata nelle ultime ore, precisando: “Stellantis non divulga i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge nel rispetto della loro privacy, mentre è tenuta a rendere nota la retribuzione dei propri amministratori delegati nella relazione annuale sulle retribuzioni della società”.