Al Politecnico di Torino è stato vinto oggi un prestigioso finanziamento dello European Research Council. La dottoressa Mara Ferreri, ricercatrice presso il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST, si è aggiudicata un finanziamento di tipo “ERC Consolidator” da quasi 2 milioni di euro per il suo progetto EnactDECOM-Enacting Decommodified Housing in Southern Europe.
Al centro degli studi il tema dell’innovazione sociale, economica e politica per garantire l’accesso a condizioni abitative sicure e dignitose, tema che rappresenta oggi una sfida cruciale nel quadro della promozione di modelli di città più inclusive e sostenibili. In tutto il mondo, infatti, professionisti del settore, amministrazioni pubbliche e organizzazioni della società civile sono alla ricerca di soluzioni alle crescenti disuguaglianze abitative per delineare un percorso trasformativo verso un futuro urbano più equo, un futuro che passi anche dalla decommodification (“demercificazione”) della casa, ovvero dalla sottrazione di unità abitative al mercato speculativo.
Il progetto di Mara Ferreri – attualmente ricercatrice presso il Politecnico di Torino e Visiting Senior Research Fellow presso la London School of Economics, con un PhD in Geografia presso la Queen Mary University of London e una Marie Skłodowska-Curie Postdoctoral Fellowship presso l'Universitat Autónoma de Barcelona – si colloca nell’area disciplinare delle scienze sociali dedicata agli studi sull’abitare: il suo è un approccio interdisciplinare al tema che concilia differenti punti di vista, dalla geografia culturale all’urbanistica, comune da tempo nel Nord Europa ma ancora poco esplorato nel Sud del continente europeo.
Centrale, nella ricerca proposta, il valore d’uso degli alloggi e la loro gestione da parte dei residenti come mezzo di contrasto alle dinamiche di esclusione causate dall’aumento del costo degli affitti e delle proprietà in vendita, e dal crescente problema della “turistificazione” e degli affitti brevi. La domanda di partenza è studiare come anche nel Sud-Europa – in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia – nonostante un contesto storicamente sfavorevole, stiano emergendo nuovi ed efficaci modelli abitativi. Si propone quindi l’estensione del dibattito scientifico sulle forme collaborative e non speculative dell’abitare sul modello del Nord-Europa, dove le politiche pubbliche sono state storicamente più orientate a supportare queste modalità.
Il progetto EnactDECOM ha pertanto, come obiettivo ultimo, la proposta di un nuovo modello teorico per comprendere l’emergere di geografie dell’abitare non speculativo anche in contesti sfavorevoli e a partire da pratiche di trasformazione e innovazione sul territorio.
Il lavoro si articolerà su quattro fronti: il recupero di “storie trascurate” di modelli alternativi al mercato speculativo nel secolo passato, l’analisi di come le nuove forme abitative siano in grado di rispondere alle diverse crisi in corso – lavoro, welfare, inverno demografico e invecchiamento della popolazione, migrazioni, discriminazioni e povertà – lo studio del ruolo delle relazioni familiari e, infine, la creazione di nuove culture e immaginari dell’abitare.
Il metodo di lavoro verrà affinato con il contributo di stakeholder locali e includerà lo studio di politiche territoriali, il recupero e l’analisi di documenti d’archivio e testimonianze orali, l’analisi di dati statistici sociali e dei mercati immobiliari, focus group e interviste sulle traiettorie abitative delle persone, fino all’osservazione partecipata di eventi coordinati dalle organizzazioni che operano sul campo.
Il Politecnico di Torino, che ha da tempo preso la direzione di una sempre maggiore contaminazione tra discipline tecniche e scienze umane e sociali nelle tematiche dell’abitare, rappresenta un terreno fertile per la crescita di progetti di questo tipo. Il lavoro di EnactDECOM si svolgerà quindi nell’arco di 5 anni e necessiterà, per il suo sviluppo, della creazione di un gruppo di ricerca multidisciplinare e multilinguistico dedicato.
“Esiste ormai un ampio consenso scientifico sugli effetti escludenti e insostenibili delle forme attuali di accesso all’abitare in molte città contemporanee – commenta Mara Ferreri – È giunta l’ora di fare un passo ulteriore e studiare come nuovi modelli non speculativi possano offrire una risposta a molteplici crisi, e accompagnare la transizione verso un futuro urbano più equo e sostenibile anche nel Sud Europa”.