Il Consiglio Comunale di Torino vuole puntare i riflettori sulle cosiddette disabilità invisibili. A presentare una proposta di mozione sul tema sono stati i consiglieri PD Vincenzo Camarda, Amalia Santiangeli e Angelo Catanzaro, chiedendo al Comune di sensibilizzare i cittadini sul tema e sostenere la diffusione del simbolo che identifica chi ha questo tipo di disabilità: un cordino verde con il disegno di girasoli gialli.
Cordino verde con il disegno di girasoli gialli
Secondo l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, l'80% delle persone con disabilità ha una disabilità invisibile, come ad esempio disturbo bipolare, depressione, fibromialgia, epilessia, disturbi d’ansia, autismo e tutte le disabilità non immediatamente riconoscibili a un primo sguardo.
Approvato emendamento di Scanderebech (FI)
La mozione chiede di formare adeguatamente il personale che opera negli uffici pubblici, nei musei, e provare a individuare sponsor privati per sostenere la diffusione del cordino con i girasoli nei luoghi pubblici. L'atto ha avuto il sostegno anche dell'opposizione: un emendamento della capogruppo di Forza Italia Federica Scanderebech, accolto dai proponenti, ha aggiunto la richiesta di garantire la piena accessibilità dei Musei Civici a tutti i visitatori, indipendentemente dal tipo di disabilità. La mozione, con l'emendamento, è stato approvato col voto favorevole di tutti i 35 consiglieri presenti.
I commenti
"Sottolineo la trasversalità di questo documento - ha commentato Camarda, presidente della commissione sanità - visto che anche i colleghi delle minoranze hanno sottoscritto e preso posizione su questo documento durante i lavori in commissione. Vogliamo mettere in evidenza la necessità di sensibilizzazione e inclusione concreta a partire da spazi e servizi pubblici. Il gesto simbolico è la posa di un cordino verde con un girasole per evidenziare le disabilità invisibili. Ho sentito di accogliere l'emendamento della consigliera Scanderebech per ampliare l'esperienza del Museo Egizio e dei Musei Reali che già riconoscono il cordino arancione e avviare una sperimentazione più ampia".
"Tali strumenti - ha aggiunto Santiangeli - possono contribuire a cambiare la percezione della disabilità invisibile, rendendo la nostra comunità un modello di inclusione e civiltà. Torino, grazie a realtà come il Museo Egizio e i Musei Reali, ha già dimostrato che è possibile offrire esperienze realmente inclusive: queste strutture, attraverso azioni specifiche, garantiscono accoglienza e accessibilità a tutti, rappresentando esempi da seguire".