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torinoggi.it | 29 novembre 2024, 18:08

Poste tira dritto e chiude 7 uffici in Piemonte. Bussalino: "Ottenuto Postamat e appoggio dei servizi nei negozi di vicinato"

Rammaricata la vicesindaca di Torino: nel capoluogo addio a cinque presidi

Poste tira dritto e chiude 7 uffici in Piemonte. Bussalino: "Ottenuto Postamat e appoggio dei servizi nei negozi di vicinato"

Poste Italiane tira dritto e il prossimo 16 dicembre chiuderà cinque uffici postali a Torino e due a Novara. Questa mattina si è svolto un confronto tra Regione Piemonte con l'assessore agli Enti Locali Enrico Bussalino, la vicesindaca di Torino Michela Favaro, l’assessore di Novara Maria Cristina Stangalini, il responsabile Relazioni Istituzionali Macro Area Nord Ovest di Poste Italiane S.p.A, Federico Sichel, e il responsabile Gestione Operativa MP Macro Area Nord Ovest, Giovanni Bessi.

L'incontro

L’incontro è stato convocato dalla Regione, dopo l’invio di una lettera da parte dell’assessore Bussalino per chiedere un confronto diretto sulle motivazioni alla base del piano di razionalizzazione, che prevede la chiusura di sette uffici postali sul nostro territorio. La notizia ha suscitato preoccupazione, in particolare tra i cittadini più anziani, per i quali l’accesso ai servizi postali rappresenta un’esigenza primaria e lo spostamento verso sedi alternative potrebbe risultare difficoltoso.

La Regione - insieme a Torino e Novara - ha chiesto a Poste Italiane di fare un passo indietro sulle chiusure, proponendo eventualmente una riduzione degli orari di apertura. Una proposta non raccolta dall'azienda, che ha annunciato di voler tirare dritto.

Nuovi Postamat

Le istituzioni hanno rilanciato, chiedendo ed ottenendo, nuovi Postamat. In parallelo verranno attivati anche i “PuntoLIS”, ovvero punti di appoggio presso negozi di vicinato come tabaccherie e farmacie, dove sarà possibile accedere a servizi postali di base. Questo per permettere ai residenti di poter ad esempio pagare le bollette e prelevare contante, in particolare nelle aree dove già si registrano carenze di banche.

Cinque uffici chiusi a Torino

Soluzioni che non hanno convinto la vicesindaca Favaro, rammaricata "di non aver incontrato la disponibilità ad una rivalutazione né un rinvio dei provvedimenti di chiusura". A Torino i presidi che abbasseranno definitivamente le serrande il prossimo 16 dicembre sono: via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13); via Verres 1/A (Torino 78); corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54). Negli scorsi giorni il sindaco Stefano Lo Russo aveva dichiarato di essere pronto anche a passare alle vie legali.

A condividere la posizione di Favaro i consiglieri regionali del PD Alberto Avetta e Nadia Conticelli, che insieme alla capogruppo regionale di AVS Alice Ravinale chiariscono: "Poste Italiane non può ignorare il fronte comune di cittadini ed istituzioni contro la chiusura".

 

Per i sindacati: "Un'occasione persa"

"Un vero e proprio schiaffo alle comunità locali e ai lavoratori e un esempio lampante dell’arroganza di chi preferisce calare decisioni dall’alto piuttosto che ascoltare le esigenze dei cittadini e dei territori", commenta così le CGIL Torino, SLC CGIL Piemonte e SPI CGIL Torino.

"Siamo di fronte a una società che, nonostante gli appelli accorati delle amministrazioni locali e del sindacato, si dimostra sorda alle richieste di rinvio e rivalutazione di provvedimenti che avranno un impatto devastante, soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione. La chiusura degli uffici postali nelle aree periferiche non è solo una scelta miope, ma anche irresponsabile, perché mette a rischio il diritto fondamentale di accesso ai servizi essenziali. Poste Italiane - prosegue la nota sindacale - si nasconde dietro la retorica dell’innovazione digitale e dei “servizi alternativi”, senza considerare che gran parte della popolazione – anziani, persone con difficoltà motorie, cittadini senza accesso alle nuove tecnologie – rimarrà completamente esclusa da un sistema che si rivela sempre più elitario."

"Il territorio torinese ha specificità che Poste Italiane ha scelto deliberatamente di ignorare. La chiusura degli uffici postali in queste aree non solo penalizza i cittadini ma aggrava le disuguaglianze sociali, colpendo chi ha già difficoltà a spostarsi e crea disagio ai lavoratori senza affrontare la grave carenza carenza di organico alla quale chiediamo risposta.Per questo, nonostante i piccoli risultati ottenuti grazie alla mobilitazione della Slc CGIL, continueremo a mobilitarci, con le istituzioni e con la cittadinanza. Valutando ogni possibile azione - concludono - in tutte le sedi a disposizione, per difendere al meglio le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane e tutti i cittadini che negli uffici postali si aspettano di trovare il corretto servizio universale, così come previsto dall'accordo con il governo."

Cinzia Gatti

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