"Rispetto alle cure palliative siamo "tra i Paesi più avanzati" ma si pone ancora il problema "della sua attuazione, che è cresciuta ma non è totalmente attuata e soprattutto non è attuata in maniera omogenea sul territorio nazionale”, sono le parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato, ricevendo al Quirinale una rappresentanza del mondo delle Cure Palliative": così Monica Canalis, consigliera regionale del Pd.
"Pochi mesi fa anche la Corte Costituzionale con la sentenza 135/2024 si era espressa sulle cure palliative, con un appello, affinché sia garantita a tutti i pazienti una effettiva possibilità di accesso alle cure palliative appropriate per alleviare il loro dolore e controllare la loro sofferenza, in nome della dignità del malato. Indipendentemente dall’esito medico della patologia, si deve, infatti, garantire a tutti di essere liberi dal dolore e dalla sofferenza, fisica e psicologica, ampliando il periodo di presa in carico. Percorsi che durano qualche giorno non possono dare una risposta alla disperazione del malato, che non sarebbe affatto libero di esercitare la propria autodeterminazione", aggiunge Canalis.
"Il Piemonte non è una delle Regioni più brillanti nell’applicazione della legge 38/2010, che definisce le cure palliative come un diritto inviolabile di ogni cittadino nell'ambito dei LEA (livelli essenziali di assistenza). Infatti, appena il 25% dei pazienti piemontesi in stato di bisogno accede a queste cure. Non tutti gli hospice programmati sono stati realizzati e l’assistenza domiciliare e ambulatoriale è davvero insufficiente. Per questa ragione, ho presentato un emendamento di un milione di euro alla recente variazione del bilancio regionale, per incrementare la spesa regionale per le cure palliative, ma l’emendamento è stato bocciato dalla maggioranza di centrodestra".
"La carenza di cure palliative è una grave violazione dei diritti dei malati terminali, su cui tornerò nel bilancio di previsione 2025", conclude Canalis.