Cronaca - 29 novembre 2024, 12:25

Bloccati gli accessi al Campus Einaudi per lo sciopero dei precari

Dottorandi, ricercatori e docenti a contratto hanno occupato il cortile fino a metà mattina, quando si sono uniti al corteo dei sindacati

Bloccati gli accessi al Campus Einaudi per lo sciopero dei precari: momenti di tensione in piazza Castello

Dopo Palazzo Nuovo, ora è bloccato temporaneamente anche il Campus Einaudi: così i precari dell'Università hanno scioperato contro il Governo e la riforma Bernini, accusata di aumentare le forme di precariato negli atenei italiani.

Impedite le attività

In mattinata, dalle 7:30, il cortile della sede universitaria di Lungo Dora Siena è stato occupato dall'assemblea dei precari, vietando lo svolgimento delle attività fino alle 10:30, orario in cui un centinaio di ricercatori, dottorandi e docenti a contratto sono partiti in corteo per unirsi alla manifestazione generale che da piazza XVIII Dicembre ha raggiunto piazza Castello. Non sono state impedite le discussioni e le cerimonie degli studenti che avrebbero dovuto laurearsi in mattinata.

Bibliotecari e precari dell'Università

Dall'assemblea parlano di più di 150 adesioni allo sciopero da parte di precari che, in quanto tali, non possono formalmente aderire e si trovano in una situazione in cui è difficile prendere posizione. Hanno aderito anche i bibliotecari. Arrivato in piazza Castello, lo spezzone dei precari dell'università è salito sul palco per parlare, nonostante il loro intervento non fosse previsto e inizialmente siano stati bloccati.

La mozione e il Senato Accademico

In questi mesi, l'assemblea di precari sta presentando una propria mozione all'interno dei consigli di dipartimento dell'università, con l'obiettivo di portarla in discussione al Senato Accademico e avere il sostegno del Rettore presso la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). A oggi la mozione è stata approvata quasi all'unanimità in 12 dipartimenti ed è in attesa di discussione nei rimanenti.

Le voci contro degli studenti

Ma non mancano le voci di studenti che sono contrari a queste forme di protesta. Come le associazioni Studenti Per le libertà (vicina a Forza Italia), Siamo Futuro (Lega) e lo studente Pietro Balzano (redattore del Manifesto Nazionale del Diritto allo Studio, presentato Lunedì al Senato della Repubblica). “Le occupazioni che abbiamo vissuto gli scorsi mesi e che stiamo, ahi noi, tornando a vivere dopo la pausa estiva sono terribilmente lesive dei diritti degli studenti. Impedire lo svolgimento delle lezioni, blindare gli accessi all’università come se fossero una milizia, chiudere al pubblico non allineato al loro pensiero gli spazi di studio sono tutte attività che paralizzano la didattica universitaria e la vita comunitaria degli studenti. Il diritto allo studio è il bene più importante che abbiamo e loro ce lo stanno negando senza che questo comporti nessun beneficio. Strumentalizzano la vicenda mediorientale per giustificare il calpestamento dei diritti e degli interessi degli studenti italiani.” E aggiungono: “Ancora una volta a Torino si sceglie di occupare piuttosto che cercare il dialogo, dobbiamo batterci perché non si perdano le fondamenta della nostra democrazia e non si sostituisca il dialogo con il conflitto”. “A Torino la situazione sta diventando insostenibile, negli scorsi mesi il Politecnico è stato occupato per quasi un mese. Con la scusa dello sciopero contro il governo vengono meno i diritti degli studenti per bene che altro non vorrebbero che vivere l’Università come luogo di studio e aggregazione. Basta con queste violenze”.