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Economia e lavoro | 27 novembre 2024, 16:42

Mirafiori, niente regalo di Natale: sotto l'albero ancora uno stop per le Carrozzerie. Si rientra dopo la Befana

L'azienda ha comunicato ai sindacati che l'incertezza dei mercati e il calo della domanda non permette di produrre

catena di montaggio

Ancora uno stop per Mirafiori: se ne riparla (forse) dopo la Befana

Nessun regalo di Natale in anticipo, anzi. Le Feste passeranno ancora nel segno dell'incertezza sul futuro di Mirafiori. Stellantis ha infatti comunicato oggi ai sindacati che lo stabilimento rimarrà chiuso - per quanto riguarda le Carrozzerie - dal 2 al 17 dicembre, data che si aggancia alla chiusura collettiva dell'impianto dal 18 fino al 5 gennaio, come da accordo siglato nelle scorse settimane per le festività di fine anno. Lo stato di salute del mercato dell'auto non migliora e la storica fabbrica torinese resta alla finestra. E visto che, come dice l'azienda, i mercati europei pesano per il 97% della produzione di Mirafiori, Mirafiori resta chiusa.

Lo stop interesserà 1.800 l dipendenti che lavorano sulle linee dei modelli 500 elettrica e sulle Maserati GranTurismo e GranCabrio. Tutto normale, invece, per i restanti enti e attività, con circa 13.000 persone. 

Si arriverà così a quel 2025 che, verso la sua coda finale, dovrebbe portare con sé l'ormai agognata Fiat 500 ibrida. "Stellantis è fermamente impegnata a garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività e sta lavorando duramente per gestire al meglio e traguardare questa cruciale fase della transizione verso l'adeguamento e l'adozione delle nuove piattaforme tecnologiche", dicono dall'azienda.

"Anche il 2025 si preannuncia terribile"

E la richiesta di certezze sul futuro della cassa integrazione assume ancora più importanza, in un contesto difficile come questo. Le giornate di fermata saranno coperte con un mix di utilizzo degli ammortizzatori sociali e delle ferie delle lavoratrici e dei lavoratori. "Come avevamo preventivato, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali continua in modo esponenziale - commentano Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil di Torino e Gianni Mannori responsabile Fiom di Mirafiori -. Siamo di fronte ad un altro lunghissimo stop produttivo della durata di un’intero mese, che pensiamo possa essere anche ulteriormente prolungato successivamente con il 2025 che si prospetta come un altro anno terribile e sarà il diciottesimo anno consecutivo in cui sono utilizzati gli ammortizzatori sociali".

"Leggiamo stupefatti che i dirigenti di Stellantis dichiarano che serve unità d’intenti e visione, quando nella realtà non c’è nessun tipo di confronto e negoziato con i rappresentanti dei lavoratori - aggiungono -. Ricerchiamola allora questa unità d’intenti,con un vero confronto finalizzato a portare ulteriori investimenti a Torino e a Mirafiori utili a far cessare questa cassa integrazione che sta sfiancando economicamente le lavoratrici e i lavoratori".

"Approccio negativo dell'azienda"

Molto negativo l’approccio dell’azienda che, valutata la scarsa consistenza delle commesse sui tre modelli prodotti, matura la decisione di chiudere i battenti per via della bassa redditività del prodotto. I pochi ordini presenti a portafoglio vengono pertanto rinviati al nuovo anno, la decisione colpisce direttamente lavoratrici e lavoratori che avrebbero potuto contare su qualche giornata in più di retribuzione piena. Termina così l’annus horribilis dello stabilimento torinese che chiuderà al suo minimo storico”, commentano Rocco Cutrì, segretario generale Fim-Cisl Torino e Canavese e Igor Albera, responsabile del settore auto.

"Adesso intervenga Meloni"

"L'ulteriore fermata produttiva a Mirafiori comunicata oggi conferma l'urgenza di convocare un tavolo nazionale su Stellantis da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - aggiunge Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino -. In mancanza di misure adeguate e di un nuovo patto sociale tra azienda e Paese, per i lavoratori ci saranno solo lunghi mesi di cassa integrazione sempre più difficili da sostenere".

 

Massimiliano Sciullo

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