Alec Baldwin in questi giorni in città per il 42° Torino Film Festival lancia "una sfida" per il capoluogo piemontese: “Mi piacerebbe venire a lavorare qui. Torino è perfetta per fare film, avete davvero un’ottima opportunità, l’unica cosa che manca sono degli Studios fuori dalla città”.
Sull’esempio di Cinecittà, suggerisce un vero e proprio modello con servizi per tutte le necessità di coloro che lavorano ai film. “Dovreste costruire una comunità del cinema in un’area come questa, un posto in cui vivere in sicurezza. Tornerei subito”.
Baldwin nella sua carriera ha lavorato con registi di grande livello, ma quelli che ama di più sono quelli che non ha mai potuto incontrare: “Avrei voluto lavorare con Bertolucci, Fellini, Truffaut. I registi di oggi li conosco poco, anche quelli italiani. Dovrei mettermi a studiarli meglio” ammette l’attore americano che esce da un periodo turbolento dopo l’incidente sul set di Rust, in cui per un colpo sparato dalla sua pistola di scena è morta Halyna Hutchins. “È stato molto difficile per ovvie ragioni. La mia famiglia è stata grande. È stato molto difficile per lei. Adesso le cose stanno lentamente tornando a posto. Da tre anni sono a casa, mi piace, non ho più voglia di lavorare”.
E sull'eventualità di trasferirsi all’estero dopo le elezioni di Trump, sulla scia di altre star come Ellen Degeneres o Eva Longoria aggiunge: “Se le cose diventassero troppo pesanti in America, non escludiamo di spostarci in Italia, è un paese che amiamo molto”.