Attualità - 25 novembre 2024, 18:52

Giornata contro la violenza sulle donne in Comune: giardino Mirabal, la riapertura della struttura Mariposas e la Mole arancione

In apertura di consiglio comunale l'intervento per le donne vittime di violenza sulle iniziative della Città. Presentato un saggio sulle reti locali antiviolenza

Il Consiglio Comunale di oggi si è aperto con una commemorazione per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo e l'assessore alle politiche sociali e alle pari opportunità Jacopo Rosatelli sono intervenuti prima dell'avvio dei lavori, insieme a due ospiti che hanno presentato due progetti della Città: la riapertura della struttura Mariposas per donne vittime di violenza e l'uscita del saggio "Reti in azione", sugli attori che si occupano di violenza contro le donne.

"Ricorre oggi la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - ha ricordato Grippo - istituita nel 1999 in memoria delle tre sorelle Mirabal, picchiate e seviziate fino alla morte perché in Repubblica Dominicana avevano trovato il coraggio di opporsi a un regime spietato ancora di più verso la popolazione femminile. Conosciute come le sorelle Las Mariposas, divenute nel tempo simbolo di una battaglia ben lungi dall'essere vinta, in loro nome la commissione toponomastica ha deciso unanimemente di intitolare loro un giardino nella circoscrizione 5, perché la loro storia non venga dimenticata e perché si possa trarre insegnamento e consapevolezza". 

Il Giardino Sorelle Mirabal - Aida, Maria e Antonia - si trova nel quartiere Lucento, tra la Strada della Commenda e via Forlì. L’intitolazione era stata richiesta dalle consigliere Sara Diena e Lorenza Patriarca, con Nadia Conticelli e Alice Ravinale. Inoltre nella serata odierna, come riportato dall'assessore Rosatelli, la Mole Antonelliana sarà colorata di arancione, come altri monumenti italiani e internazionali, per aderire alla campagna dell'Onu "Orange the world".

A seguire la professoressa dell'Università di Torino e referente dello sportello antiviolenza Paola Maria Torrioni, docente di sociologia, ha presentato il saggio curato con la collega Maddalena Cannito sulle reti di soggetti che si occupano di violenza, frutto della collaborazione con il coordinamento contro la violenza sulle donne e dei servizi sociali della Città. "Il sentito ringraziamento - ha dichiarato Torrioni - va alle istituzioni che ci hanno permesso di fare qualcosa di inedito, che dovrebbe essere la normalità, cioè monitorare le reti antiviolenza. La violenza non è un fenomeno che riguarda i singoli ma strutturale, che riguarda fenomeni distorti di potere e disuguaglianza, e per tenerla sotto controllo è necessaria un'azione corale. Le reti locali funzionano ma si deve fare molto: parlare con un linguaggio comune, formazione continua, digitalizzazione, finanziamenti sistematici e continui, follow up".

Infine Egle Demaria, la presidente di "Fermata d'autobus", associazione che si occupa di aiutare chi presenta disagio psicologico e psichico accompagnato da forme di dipendenza, ha parlato della riapertura della struttura per donne vittima di violenza "Mariposas". L'associazione ha vinto il bando per la riapertura insieme alla cooperativa I diritti di Emma, il collettivo Gli acrobati e l’associazione Forme in bilico, presentando un progetto dal nome "Luna Nuova" per aiutare le donne vittime di violenza con fragilità psicologiche o psichiatriche, che non potrebbero essere accolte nelle altre realtà presenti in città. "Il progetto che si sta realizzando è unico nel suo genere - ha spiegato Demaria -. Questa casa accoglierà 10 donne vittime di violenze, maltrattamenti, con fragilità a livello psicologico o psichiatrico, donne che per le loro fragilità non possono essere accolte nelle attuali realtà a cui si rivolgono. Questo progetto fornirà aiuto in campo sanitario, con assistenza legale, con l'aiuto alla donna per riuscire a autodeterminarsi sempre di più. Verranno messi a disposizione strumenti artistici e della creatività che facciano esprimere la sofferenza che verbalmente non riescono a dire".