"È stata un'azione vergognosa che non aveva alcun senso", commenta così il presidente del consiglio regionale, Davide Nicco la protesta di un gruppo di giovani attiviste di 'Non una di meno' durante la premiazione della corsa podistica 'We RUN FOR WOMEN', organizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e il Cus Torino.
"Un gesto incomprensibile - spiega Nicco - che ha provato a rovinare un bel momento di partecipazione dedicato alla raccolta di fondi per gli orfani 'speciali', quei giovani figli vittime incolpevoli del femminicidio. Non era il luogo ne il momento. Sono dispiaciuto".
"Un azione deplorevole di cui ho provato grande vergogna. Ancora di più vedendo lo striscione che hanno issato: 'La Polizia picchia. La Polizia uccide' e sentendo le parole che gridavano. Non sanno di cosa parlano e dimostrano una profonda ignoranza. Le nostre donne ed i nostri uomini in divisa sono ogni giorno in prima linea a difendere tutti noi. Anche loro", conclude il presidente Nicco.
L'edizione 2024 di We Run For Women
L’edizione di “We Run For Women” ha visto la partecipazione di 2.000 persone che si sono iscritte al percorso di 5 km, accessibile a tutti, oppure di 10 km, competitivo e non.
Dopo il concentramento in Piazza Solferino, cornice del “Villaggio Polizia” appositamente allestito con l'esposizione di mezzi e di tecnologie attuali in uso alla Polizia, e un punto informativo curato dalla Divisione anticrimine della questura di Torino e dai Centri antiviolenza del territorio, il gruppo colorato di corridori e camminatori ha preso il via alle 9.
"Un evento podistico di sensibilizzazione contro i femminicidi e le diverse forme di violenza nei confronti delle donne, fortemente voluta dalla Questura di Torino - si legge nella nota diffusa dalla Questura di Torino - patrocinata dal Consiglio e dalla Giunta regionali, dalla Città di Torino e organizzata dal CUS Torino, in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale. "
Fra le migliaia di partecipanti anche le eccellenze: la Fiamma Oro della sezione Atletica di Padova Daniele D’Onofrio, che si è aggiudicato il primo posto della corsa competitiva da 10 km con un tempo di 29 minuti netti, Antonino Lollo della Questura di Bergamo, arrivato secondo, e William Maiolo, terzo classificato, in servizio alla Questura di Torino. A premiarli, rappresentanti della Questura, del Consiglio e della Giunta regionali e del MIUR.
Presente anche Valter Durbano, vincitore della Maratona di Torino di qualche anno fa, l’atleta cubana Ana Fidelia Quirot e le atlete del Centro Sportivo Carabinieri, Great Nnachi, saltatrice con l'asta, e Francesca Fresia, nuotatrice, rispettivamente delle sezioni atletiche di Bologna e Roma.
Il ricavato della manifestazione sarà devoluto al Progetto S.O.S. - Sostegno Orfani Speciali, dei Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus, attivo in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, dove sta già sostenendo più di 20 beneficiari, orfani di femminicidio, da 0 a 21 anni, e al loro eventuale nucleo familiare.
Nicco: "Profondamente orgoglioso"
“Sono profondamente orgoglioso del grande successo ottenuto dall’iniziativa - ha commentato il presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco - questa manifestazione non è solo un evento sportivo, ma un simbolo della nostra comunità unita nella lotta contro i femminicidi e la violenza di genere. La grande partecipazione di cittadini, associazioni e istituzioni dimostra quanto il Piemonte sia sensibile a queste tematiche e sempre pronto a sostenere iniziative che promuovano il rispetto e la solidarietà. Un ringraziamento speciale va alla Polizia di Stato, al Cus Torino e ai volontari per l’organizzazione impeccabile".
Cera: "Difendiamo i nostri diritti"
Per la componente dell’ufficio di presidenza, Valentina Cera, è stata “una bella mattinata di corsa per portare l’attenzione sulla piaga sociale della violenza di genere che continua nel nostro Paese a mietere vittime. Le Istituzioni insieme in una indispensabile alleanza si devono impegnare per mettere in campo politiche di prevenzione, politiche di parità di genere perché il germe della violenza si annida in una società impari, che ancora discrimina le donne. Una società più giusta e più pari è condizione necessaria per lottare contro la violenza sulle donne e dobbiamo tutte e tutti essere a lavoro per costruirla. Difendiamo i nostri diritti perché ci vogliamo vive, ci vogliamo libere, siamo in cammino anzi siamo in corsa”.