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Attualità | 24 novembre 2024, 06:00

Poste chiude cinque uffici a Torino, il sindaco: "Pronti a passare alle vie legali"

Lo Russo torna a ribadire all'azienda la contrarietà: "Colpite le fasce più deboli della popolazione"

Poste chiude cinque uffici a Torino, il sindaco: "Pronti a passare alle vie legali"

Stefano Lo Russo ribadisce il no alla chiusura di cinque postali di Torino ed è pronto a passare alle vie legali contro Poste Italiane. Ad annunciare il fermo al Comune era stata lo scorso 14 ottobre la stessa azienda, dichiarando di voler puntare sempre di più sulla digitalizzazione, sul potenziamento dell'App per i pagamenti e gli altri servizi online.

Gli uffici che chiudono

A fare le spese di questo piano di riorganizzazione sono i cinque presidi, che abbasseranno definitivamente le serrande il prossimo 16 dicembre: via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13); via Verres 1/A (Torino 78); corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54). Ad essere maggiormente colpite dalla scure le zone di Torino est e nord, con tre chiusure di uffici postali tra Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano. Tocca poi al centro e San Salvario.

"Colpite le fasce più deboli"

In queste settimane contro la serrata hanno preso posizioni in primis il sindaco Stefano Lo Russo, seguito in modo compatto dal mondo politico, dalle Circoscrizioni e dai sindacati. E negli scorsi giorni il primo cittadino è tornato a fare sentire la sua voce con Poste Italiane, mandando una nuova lettera al responsabile Area Territoriale Nord Ovest Giovanni Accusani.

"La chiusura - si legge nella missiva di Lo Russo - ha effetti negativi per le fasce più deboli della popolazione". Altra criticità per il sindaco è che la decisione di Poste "non abbia tenuto in considerazione la specificità del territorio torinese. Oltre ad essere attraversato da più corsi d'acqua, si estende per una parte considerevole sul terreno collinare, da cui l'evidente difficoltà negli spostamenti di quei cittadini interessati dalla chiusura degli uffici".

Vie legali

Dopo le mobilitazioni e raccolte firme dei cittadini, sindacati e Circoscrizioni, ora il Comune è pronto a passare alle vie legali contro Poste Italiane se non ci saranno passi indietro sulle chiusure. Ad annunciare l'aut aut è il primo cittadino, che chiarisce all'azienda: "l'intenzione della Città, in mancanza di diversi esiti, è di agire in giudizio a tutela della cittadinanza"

Unia-Disabato (M5S): “Bene posizione sindaco, meglio tardi che mai"

"Meglio tardi che mai - è il commento del consigliere regionale del M5S Alberto Unia e della capogruppo in Regione Disabato - Nelle ultime ore il sindaco Lo Russo ha finalmente battuto i pugni - come richiesto fin dall’inizio dal Movimento 5 Stelle - contro la chiusura degli uffici postali a Torino annunciata nelle scorse settimane da Poste Italiane. A chiudere i battenti, dal 16 dicembre, sarebbero gli uffici postali “Torino 55” di via Nizza 8, “Torino 13” di via Guicciardini 28, “Torino 78” di via Verres 1A, “Torino 53” di Corso Casale 196 e “Torino 54” di via Alla Parrocchia 3A.
Nel consueto torpore dell’Amministrazione torinese, accogliamo con piacevole sorpresa la presa di posizione di Lo Russo, che dalle pagine dei giornali ha ventilato l’ipotesi di adire le vie legali se Poste Italiane dovesse portare avanti la riorganizzazione degli uffici. Sperando non sia il solito fuoco di paglia, e in vista del tavolo regionale del prossimo 29 novembre, il Movimento 5 Stelle ribadisce il suo impegno e la sua volontà di collaborare a sventare le chiusure, a garanzia della permanenza sul territorio di un servizio fondamentale per la popolazione, in primis per le fasce più fragili."

Il sostegno di Slc Cgil Piemonte e SPI Cgil Torino

"Esprimiamo piena condivisione e sostegno alle parole del Sindaco Stefano Lo Russo,  riportate nell’articolo odierno, in cui ribadisce con fermezza l’impegno per la difesa degli uffici postali di Torino e per la tutela delle fasce più deboli della popolazione, fino all’utilizzo delle vie legali qualora Poste confermasse le chiusure - è il commento di CGIL Torino, SLC CGIL Piemonte e SPI Torino - Poste Italiane è una azienda a maggioranza pubblica che punta alle operazioni finanziarie  in concorrenza agli istituti bancari mettendo in discussione il servizio universale, tagliando servizi essenziali, ponendo i numeri davanti alle persone senza preoccuparsi della carenza di personale negli uffici, con  un conseguente sovraccarico per le lavoratrici e i lavoratori, costretti  a subire quotidianamente, la rabbia di cittadini legittimamente esasperati per continui disservizi, totalmente imputabili all’azienda."

"Sin dall’inizio ci siamo battuti con determinazione contro la chiusura degli sportelli postali, denunciando i gravi effetti di tale decisione sulle comunità locali, sui lavoratori e sui servizi essenziali - continua la nota - I presidi, le mobilitazioni e il coinvolgimento della cittadinanza, hanno dimostrato quanto questa battaglia sia sentita e necessaria per la tutela dei diritti collettivi. Auspichiamo che al tavolo regionale del 29 novembre, vengano ritirate definitivamente tutte le chiusure annunciate. Tuttavia, siamo pronti a continuare la nostra battaglia al fianco dei cittadini, delle istituzioni e dei lavoratori, perché non possiamo accettare che un servizio pubblico essenziale, venga sacrificato in nome di logiche aziendali che ignorano il tessuto sociale del nostro territorio."

"Poste Italiane continua a dimostrarsi un’azienda arrogante e sorda, non solo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche verso i cittadini e le istituzioni. Le chiusure programmate, rappresentano un insulto al diritto all’accesso universale ai servizi, sul quale Poste Italiane deve continuare a garantire il proprio ruolo sociale, oltre ad essere un colpo durissimo per le fasce più fragili della popolazione, già gravemente colpite dalle difficoltà di mobilità e di accesso ai servizi digitali.Ribadiamo - conclude la nota - il nostro impegno a contrastare con ogni mezzo questa politica miope e dannosa di Poste Italiane, continuando a lottare per un futuro in cui i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori, dei cittadini siano realmente tutelati."

Cinzia Gatti

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