Per molti torinesi che soffrono di malattie croniche il supporto dei propri familiari è fondamentale: dalla prenotazione delle visite all’aiuto nelle piccole attività quotidiane, i familiari caregiver possono svolgere un ruolo importante nella gestione di una cronicità. Purtroppo, come rivela l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, spesso il loro compito viene reso più complicato dalle difficoltà nell’accedere ai servizi di assistenza, con oltre la metà che dichiara di aver incontrato ostacoli in questo senso.
Dalla ricerca è emerso come a Torino il 17% delle persone affette da patologie croniche necessiti di un’assistenza almeno saltuaria, e che nel 64% dei casi a fornirla siano prevalentemente i familiari. Oltre la metà di essi (56%), però, ha riscontrato difficoltà nell’accedere ai servizi che dovrebbero aiutarli nell’assistenza al malato.
Il problema numero uno è la scarsa flessibilità nel venire incontro alle esigenze delle famiglie (79%), seguite dalla burocrazia (58%) – intesa come pratiche necessarie per fare richiesta – e dalla limitata disponibilità di fondi/risorse per l’accesso ai servizi (58%). Infine, spesso viene lamentata anche l’assenza di specifici servizi sul territorio, come dichiarano più di due torinesi su cinque (42%).
Come semplificare allora la vita dei caregiver? Innanzitutto, molti vorrebbero poter usufruire di piattaforme online per la condivisione di informazioni tra i familiari e il personale sanitario (69%). Tra gli altri servizi richiesti vi sono il supporto psicologico (68%) e programmi di formazione sulla patologia cronica (56%). Piacciono anche i dispositivi di telemonitoraggio (66%), che rendono più semplice tenere sotto controllo l’andamento della malattia direttamente da casa, anche se ad oggi sono utilizzati solo da una minima parte (4%) dei malati cronici torinesi.
Guardando invece alla quotidianità di chi soffre di una cronicità, dalla ricerca emergono come utili alcuni servizi, in particolare la consegna a domicilio di ricette e medicinali (59%), la possibilità di effettuare terapie/fisioterapia a domicilio (53%) e i servizi di consulenza che aiutano a individuare cure e altre opportunità di assistenza (51%). Anche sotto questo punto di vista gli strumenti della telemedicina – come le televisite – vengono apprezzati, con il 43% del campione che le considera utili.