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Economia e lavoro | 21 novembre 2024, 09:17

Amianto, Taranto prigioniera: analisi, soluzioni sociali e giuridiche

Amianto, Taranto prigioniera: analisi, soluzioni sociali e giuridiche

Taranto, Salone degli Specchi del Comune, 16 novembre, con l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente di ONA, importante assemblea pubblica sui temi ambientali. Presenti le autorità comunali e sanitarie, rappresentanti delle Forze Armate e delle assemblee parlamentari, compreso il Sen. Turco, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dei due Governi Conte. 

Un incontro per analizzare le tragedie del passato e orientarsi con determinazione verso un futuro di speranza per la città di Taranto, ma anche per le vittime dell’amianto del resto d’Italia. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha organizzato proprio nel capoluogo pugliese il convegnoAmianto, Taranto prigioniera: analisi, soluzioni sociali e giuridiche, che si è tenuto lo scorso 16 novembre. L’Avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’associazione, ha presieduto la conferenza che ha visto la partecipazione di altrettanti relatori interessati in questa tematica.

Taranto è solo una delle drammatiche realtà colpite da queste fibre killer, in passato come ad oggi. Anche regioni come Lombardia, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna, infatti, sono nel mirino dell’epidemia di patologie asbesto correlate, considerando il fatto che i lavori di bonifica sono tutt’oggi in corso. 

La scelta della città di Taranto per lo svolgimento del convegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto è stata dettata da una significativa concentrazione di casi di malattie asbesto correlate, spesso riconducibili alla storica presenza di grandi impianti come l’ex Ilva e l’Arsenale della Marina Militare. Secondo i dati forniti dal Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM), aggiornati al 2018, in Puglia si contano 1.302 casi di mesotelioma. Tuttavia, rilevazioni più recenti effettuate dall’ONA indicano che “sono stati registrati circa 400 nuovi casi (1.700 casi in totale), in netto crescente aumento”.

Luigi Abbate, orfano di vittima dell’amianto

È intervenuto anche Luigi Abbate. Si tratta del suo primo intervento pubblico come Presidente del Consiglio Comunale di Taranto. Ha raccontato la storia del padre, Abbate Francesco, Primo Maresciallo della Marina Militare Italiana, deceduto dopo aver contratto asbestosi. Fu un motorista navale, una delle professioni più a rischio per esposizione ad amianto, come rivelano gli stessi dati epidemiologici. Proprio Luigi Abbate ha puntualizzato che tutti i poteri del Consiglio Comunale, a norma di legge, saranno azionati in base alle competenze dell’organo istituzionale territoriale per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Il Consiglio Comunale tutto, al di là dei diversi schieramenti politici, si pone a tutela della salute pubblica per incrementare le attività di bonifica dell’amianto. 

Taranto emblema di una drammatica emergenza sociale e sanitaria 

Il capoluogo pugliese, così come altre zone d’Italia, è noto anche per l’epidemia di malattie asbesto correlate, che si sono sviluppate per via della tardiva bonifica dei luoghi contaminati da amianto, specialmente per la presenza delle basi arsenalizie della Marina Militare Italiana e del noto stabilimento industriale dell’Ilva, ex Italsider. A tal proposito si è espresso il Bruno Giordano, tra i relatori del convegno ONA che si è tenuto a Taranto. “C’è il piano organico di rimozione amianto (all’interno dell’Ilva, n.d.r.), viene aggiornato ogni sei mesi, e sono già stati rimossi materiali friabili pericolosi. Quelli più a vista. I materiali friabili ancora presenti sono invece confinati in impianti non oggetto di manutenzione. Sono chiusi. Non costituiscono pericolo. Lo rappresenterà dopo, quando si deciderà di demolire l’impianto”, ha dichiarato il Coordinatore Tecnici Prevenzione SPESAL ASL Taranto.

Tra le patologie più diffuse in cima alla lista troviamo il mesotelioma e il cancro del polmone, i quali indici di mortalità entro i primi cinque anni dalla diagnosi sono, rispettivamente, del 93% e dell’88%. A Taranto l’ONA stima prudenzialmente la presenza di circa 3.400 casi di cancro del polmone asbesto correlato. Nei quartieri più colpiti di Taranto, come Tamburi, Paolo VI e Città Vecchia-Borgo, il 68% dei casi diagnosticati interessa uomini, mentre il restante 32% riguarda donne. 

L’Avv. Ezio Bonanni ha inoltre evidenziato come Taranto risulti essere “l’epicentro ormai da decenni di una drammatica crisi sociale, sanitaria ed occupazionale, alimentata dal ricatto del falso dilemma morire di fame o morire di lavoro”. La scelta di mantenere in funzione un sito industriale così dannoso per la salute pubblica ha messo in luce il fatto di come fosse stata privilegiata la produzione anziché la tutela dei cittadini. In questo modo, una situazione già compromessa dall’uso di amianto e di altri cancerogeni, in particolare nell’Arsenale della Marina Militare e nelle unità navali, è stata ulteriormente peggiorata. 

La città ha tentato di risollevarsi, contando sulla sola forza degli stessi cittadini. Grazie alla crescente consapevolezza della sua comunità e al lavoro congiunto di istituzioni, associazioni e cittadini determinati a costruire un futuro diverso, negli ultimi anni lo spirito di rinascita assunto dalla città di Taranto non è passato inosservato anche di fronte l’intera penisola.

Il convegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto guarda verso un futuro migliore

Proprio per la sua rilevanza anche nel resto d’Italia, Taranto è stata scelta per dare vita all’ultimo convegno organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, dal titolo “Amianto, Taranto prigioniera: analisi, soluzioni sociali e giuridiche”, che si è tenuto il 16 novembre 2024. Al fianco del Presidente dell’ONA APS, tanti i relatori che hanno partecipato all’evento offrendo il loro contributo attraverso il racconto della propria esperienza e della lotta contro questa fibra cancerogena. 

Fin dai primi momenti di apertura del convegno, l’Avv. Ezio Bonanni ha sottolineato quanto la situazione fosse estremamente grave nel territorio pugliese, con cluster circoscritti a specifiche aree, tra cui il Foggiano in maniera più limitata, la città di Bari per la presenza della Fibronit e, in misura maggiore, Taranto.

Quest’ultima rappresenta il vero epicentro di un’emergenza sanitaria e sociale che coinvolge anche altre neoplasie asbesto correlate e patologie connesse all’esposizione ad altri cancerogeni. Non solo per la presenza di siti ben noti alla contaminazione di amianto, quanto piuttosto alla singolare situazione che si è presentata anche sulle stesse spiagge della località marittima, come evidenziato dal Prof. Massimo Moretti dell’Università degli Studi di Bari. Infatti, uno studio condotto sulla spiaggia di San Vito ha rinvenuto frammenti di cemento amianto sullo stesso litorale. Una situazione che rappresenta un serio rischio per la salute pubblica e che necessità soluzioni concrete. 

"La città di Taranto è l'epicentro ormai da decenni di una drammatica crisi sociale, sanitaria ed occupazionale, alimentata dal ricatto del falso dilemma morire di fame o morire di lavoro. Secondo le rilevazioni del ReNaM, ferme al 2018, nella Regione Puglia si rilevano 1302 casi di mesotelioma e negli anni successivi, secondo la rilevazione dell'ONA, sono stati registrati circa 400 nuovi casi (1700 in totale) in netto crescente aumento". Infatti, ha affermato l'Avvocato Bonanni, si superano i circa 6500 decessi in tutta la Puglia dal 1993 ad oggi "il dato epidemiologico corrisponde a circa 3400 casi di cancro del polmone asbesto correlato con un indice di mortalità entro i 5 anni rispettivamente, del 93% per il mesotelioma e del'88% per il cancro al polmone", ha così esordito l’Avv. Ezio Bonanni introducendo il tema.

Alle parole dell’Avv. Ezio Bonanni hanno fatto eco quelle di Michele Conversano, Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL di Taranto. “Con l’amianto si faceva praticamente tutto. Era un materiale largamente presente. Funzionava. In Italia, un decreto del 1992 ha vietato dal 1994 la commercializzazione dell’amianto, quindi ha dato altri due anni per smaltire tutto ciò che c’era nei depositi. Ma un documento dell’Ilo, l’International Labour Organization, metteva in guardia già nel 1931 dicendo che si stavano trovando sempre più patologie tumorali legate all’uso e all’estrazione dell’amianto e s’invitavano gli Stati membri a fare qualcosa per evitare il fenomeno”, con questa breve introduzione il direttore ASL ha sottolineato l’urgenza della tematica amianto, non solo a Taranto, ma anche nel resto d’Italia. 

Presenti al convegno il Comune di Taranto e ASL di Taranto con il Dipartimento di Prevenzione e con lo SPESAL, il servizio preposto alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Oltre agli interventi di Michele Conversano, Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Taranto, Bruno Giordano, Coordinatore Tecnici Prevenzione SPESAL ASL Taranto, e Massimo Moretti, Professore dell’Università degli Studi di Bari – Dipartimento Scienze della Terra e Geoambientali, è intervenuta nel corso della conferenza anche l’Avv. Stefania Fornaro, Assessore Ambiente e Salute Comune di Taranto. Quest’ultima ha dichiarato: “È cominciata la messa in sicurezza della falesia artificiale di Praia a Mare, dove abbiamo trovato amianto. Partire adesso le prime attività. Purtroppo, quando si tratta di fare un’azione di bonifica scontiamo tempi lunghi e la necessità di espletare diversi passaggi prima di cominciare i lavori. In questo caso, però, il sequestro è del 2020, per cui, tutto sommato, possiamo dire non aver aspettato moltissimo”. Anche Paola Vegliantei, Presidente Accademia della Legalità, ha posto la problematica sociale dell’amianto riferita all’impatto che ha avuto sulla città di Taranto, di cui ha condizionato la vita di intere generazioni. 

L’ennesimo appello al Premier Meloni: amianto nell’agenda di governo

È stata poi la volta del Sen. Mario Turco, il quale ha ringraziato l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni per l’impegno profuso in tutela dell’ambiente e della salute, e ha riepilogato le iniziative assunte dal Movimento 5 Stelle per la tutela della salute nei luoghi di lavoro. All’esito dell’intervento del Sen. Turco, ha ripreso la parola l’Avv. Ezio Bonanni, che ha ricordato il suo ruolo quale componente della Commissione Amianto del Ministero dell’Ambiente, nominato dall’allora Ministro Sergio Costa. Il presidente ONA ha sottolineato che l’amianto non sia più presente nell’agenda di governo, rivolgendo un appello al Premier Meloni perché possa intervenire sulla questione. Toccante e commosso, l’intervento di Carlo Calcagni, Colonnello Esercito Italiano e componente ONA, il quale ha ribadito il suo impegno per la tutela dei militari e anche del personale civile delle Forze Armate rispetto al rischio amianto e uranio impoverito. È stata la volta anche di Gaetano Veneto, già Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università di Bari e componente ONA, il quale ha ribadito i valori costituzionali di tutela del lavoro, nel rispetto della salute, ritenendo necessario preservare un giusto equilibrio anche nell’uso di fondi pubblici tra Nord e Sud e richiamando le ultime pronunce della Corte Costituzionale. 

Paola Santospirito e il suo impegno nell’ONA e nell’Osservatorio Vittime del Dovere 

È intervenuta anche Paola Santospirito. Già nel corso dell’intervento del Sen. Turco, Paola, commissario incaricato dell’organizzazione dell’Osservatorio Vittime del Dovere presso Taranto ha chiesto le ragioni per le quali non sussiste una tutela delle mogli esposte all’amianto per avere lavato le tute, gli abiti da lavoro e le stesse uniformi dei mariti. In sostanza, Paola Santospirito, in linea con quanto sostenuto anche dall’Avv. Ezio Bonanni ribadisce la necessità di una maggiore tutela di coloro che hanno subito esposizione domestica ad amianto. Paola Santospirito è poi intervenuta con una testimonianza toccante e ha reso pubblica la sua storia. Il marito Lgt. Mastrovito Leonardantonio, impegnato nella Marina Militare Italiana, si è ammalato di asbestosi. È stato riconosciuto vittima del dovere. In seguito, ha contratto anche un cancro, che è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato di origine professionale. Paola, a suo tempo, si è ammalata prima di cancro e poi di asbestosi. Per queste patologie ha chiesto il riconoscimento dello status di vittima del dovere. Il Ministero della Difesa ha rigettato la richiesta. Quindi, l’azione giudiziaria per lo status di vittima del dovere non ha sortito effetto positivo e ora la causa è innanzi la Suprema Corte di Cassazione. A sostenere Paola è l’Avv. Ezio Bonanni. Allo stesso tempo, è stata proposta l’azione di risarcimento del danno. Il Tribunale di Roma, competente territorialmente, ha nominato il CTU medico legale, il quale ha accertato il pieno nesso di causalità solo per la patologia di asbestosi, negandolo invece per il cancro del quale affetta. 

Il convegno ha costituito un’occasione significativa per analizzare le tragedie del passato, ma anche per porre le basi per un futuro migliore e ricco di nuove speranze. Solo attraverso azioni tangibili e un impegno collettivo sarà possibile restituire dignità a Taranto, trasformandola in un simbolo di resilienza, ricordata non solo per le sue ferite, ma anche per la sua straordinaria capacità di rialzarsi. 

L’ONA – APS continua la sua missione contro l’amianto e gli altri cancerogeni attraverso il supporto e l’assistenza nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Il servizio di consulenza gratuita è disponibile al numero verde 800 034 294

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